Esperienze multisensoriali e multimediali, tra pittura, scultura, incisione, arte digitale, poesia, musica e intelligenza artificiale. La mostra Ipotesi metaverso è una immersione nella mente dei creatori di mondi dal Barocco ad oggi. Dal 5 aprile al 23 luglio, a palazzo Cipolla a Roma, sarà possibile interagire con intelligenza artificiale, video installazioni, visori di realtà virtuale, ma anche con le opere di grandi artisti del passato. La mostra, curata da Gabriele Simongini e Serena Tabacchi, é promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale.
A confrontarsi sul metaverso, uno spazio tridimensionale all’interno del quale le persone possono muoversi, condividere e interagire, sono 32 artisti di ieri e di oggi: grandi artisti del passato come Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, Giorgio De Chirico, Maurits Cornelis Escher e artisti digitali innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale come Robert Alice, Krista Kim, Victor Vasarely, Alex Braga, Ugo Nespolo e Chaplin.
“Oggigiorno è necessario ed imprescindibile coniugare la tradizione con il nuovo che avanza, con il mondo digitale-afferma il professor Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro- con l’apporto delle nuove tecnologie, che costituiscono una vera rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è, fin dall’alba dei tempi, alla base dell’opera d’arte. A chi teme che la tecnologia possa sopraffare le specificità dell’essere umano, rispondo con la convinzione secondo cui l’umanità saprà trovare le risorse giuste per convivere con essa e non esserne totalmente asservita: in altre parole, ne sfrutterà le potenzialità affinché migliorino qualitativamente il nostro vivere.”
“Ipotesi Metaverso è una delle prime mostre internazionali a porsi domande sul concetto tecnologico/esistenziale di Metaverso- spiegano Gabriele Simongini e Serena Tabacchi-attraverso una serie di esperienze multisensoriali e multimediali create dal genio di artisti contemporanei messi in dialogo con opere “materiali” di artisti storici o tuttora operanti che hanno creato altri mondi, dal Barocco ad oggi, con spazi mentali ed illimitati. Da qui Il visitatore si immerge così in una dimensione phygital (unione di fisico e digitale), che è poi quella che ci si prospetta nella vita quotidiana dell’immediato futuro. L’ultima frontiera del Metaverso appartiene al mondo dei social media e degli spazi virtuali in VR (realtà virtuale), in AR (realtà aumentata) e costruiti su tecnologia blockchain, un sistema di archiviazione dati non centralizzato e crittografato. Il Metaverso non è regolato dalla fisica terrestre e ogni oggetto al suo interno può essere importato dal mondo reale o creato ex novo dalla nostra fantasia. Anche l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste realtà in cui l’uomo, la natura e la tecnologia possono trovare una nuova sinergia, ibrida e armonica, verso un umanesimo digitale».
Il visitatore viene spesso chiamato in causa come attore, in una esperienza in cui coesistono la visione e l’interazione in una sorta di laboratorio del futuro, tra “fisico” e “digitale”., materiale e immateriale.
Nelle sale di palazzo Cipolla, ecco l’altalena immersiva di Fabio Giampietro e Paolo Di Giacomo, con sensori di movimento e creazione di immagini di arte generativa, collegate al dondolio; Regenesis, un’opera nativa digitale di Krista Kim,in cui le immagini prendono corpo attraverso un visore, la realtà virtuale delle video proiezioni di Federico Solmi e il flusso infinito e inquietante di ritratti creati dall’intelligenza artificiale ; Memories of Passerbydi di Mario Klingemann e la performance audiovisiva di Alex Braga in cui le immagini dei visitatori sono catturati da una videocamera 3 D e sono riportate all’algoritmo grazie alla realtà virtuale. Ci sono poi, tra l’altro, poesie visive basate sull’intelligenza artificiale.
“Il metaverso è una vasta tela bianca, un intrico dii mondi paralleli che attendono di essere dipinti e plasmati, un installazione perenne in continua evoluzione, interattiva e multidimensionale in cui gli utenti possono sperimentare e partecipare alla creazione”.
Nelle sale della mostra, tanti i giovani e i ragazzi, incuriositi da questa nuova arte interattiva, ma anche persone pronte ad accettare la sfida di mettere a confronto opere del futurismo o di grandi artisti del passato con le nuove proposte, le videoinstallazioni, l’interazione con uno schermo e tastiera proposte da Chaplin, artista giovanissimo di Nottingam.
La citazione più sorprendente della mostra è quella di Giordano Bruno, che nel 1584 affermava “Io penso a un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della infinita potenza divina che potendo creare oltre a questo mondo un altro e altri ancora, infiniti, ne avesse prodotto uno solo, finito. Così io ho parlato di infiniti mondi particolari simili alla Terra. L’altezza é profondità, l’abisso é luce inaccesa, la tenebra é chiarezza,il grande è piccolo, il confuso é distinto, la lite é amicizia, il dividuo é individuo, l’atomo é immenso”.









































