RECENSIONE – Ludovica Burtone: “Sparks”

L'ottimo album d'esordio della violinista italiana fonde le più recenti esperienze in ambito jazz, world e di improvvisazione con le tradizioni musicali del passato, creando un sound molto personale

Album di debutto per Ludovica Burtone, violinista italiana residente negli States con un ricco curriculum di conoscenze musicali che va oltre le categorie.

In questo lavoro d’esordio, pubblicato su Outside in Music e che è stato definito di “contemporary jazz”, è accompagnata da una formazione di tutto rispetto: Fung Chern Hwei (violino), Leonor Falcon Pasquali (viola), Mariel Roberts (violoncello), Marta Sanchez (pianoforte), Matt Aronoff (contrabbasso) e Nathan Elmann-Bell (batteria), più cinque prestigiosi ospiti del calibro di: Sami Stevens (voce in Altrove), Melissa Aldana (sax tenore in Awakening), Leandro Pellegrino (chitarra in Sinha), Roberto Giaquinto (batteria in Incontri) e Rogerio Boccato (percussioni in Sinha).

La Burtone firma 5 brani e un sesto, Sinha, è un arrangiamento che vuole essere un tributo a Chico Buarque e João Bosco. Per presentare meglio e incuriosire il lettore è sufficiente riportare le parole dell’artista: “SPARKS è un percorso musicale che unisce diverse tradizioni, con il quartetto d’archi come protagonista. Ho cercato di fondere le mie più recenti esperienze in ambito jazz, world e di improvvisazione con le tradizioni musicali del mio passato, creando un sound personale, cameristico, definito chamber jazz.

Non sorprende ascoltare reminiscenze di quartetti d’archi o la dolcezza della musica brasiliana passando per un Jazz ricco di rimandi a tanti grandi del passato ma sempre originale. Un album pieno, intenso e realmente intimo.

Ludovica Burtone - Foto Alex Duvall
Ludovica Burtone – Foto Alex Duvall

Acquistabile su tutte le piattaforme on line e su Bandcamp.