Dopo la splendida vittoria ottenuta a Cagliari, con una prestazione roboante, la Lazio piange uno dei suoi simboli, il Capitano Pino Wilson. Alla felicità per i tre punti e per i primi sprazzi di sarrismo è sopraggiunta l’infinita tristezza per la perdita di un grande protagonista della conquista dello scudetto del ’74.
Pino Wilson, per il popolo laziale, era più di un semplice calciatore, era un punto di riferimento. Le sue analisi quotidiane sull’emittente radiofonica Radiosei erano un appuntamento irrinunciabile. Il suo attaccamento ai colori biancocelesti era inappuntabile. Come dimenticare, poi, le varie edizioni della manifestazione “Di Padre in Figlio” che riuscivano a riempire lo stadio Olimpico pur in momenti di contestazione. E cosa dire dei racconti di quella “banda di matti” che riuscì a conquistare, senza alcun pronostico, il massimo titolo nazionale. E dei suoi ricordi delle fazioni, delle litigate continue e dell’essere squadra contro ogni avversario. Pino era tutto questo e molto di più.
Ci piace ricordarlo ora insieme al suo mentore, quel Tommaso Maestrelli che era più un padre che un allenatore. E insieme ai suoi compagni di squadra che l’hanno preceduto come Giorgio Chinaglia, Mario Facco, Luciano Re Cecconi e Felice Pulici. Tutti veri e propri miti per la famiglia biancoceleste.
Ci mancherai Pino, ci mancheranno il tuo aplomb e la tua sincerità. Ma soprattutto ci mancherà la tua lazialità.
Ora non resterà che ricordarti nel migliore dei modi. E quando saremo tristi potremo venire al cimitero di Prima Porta a trovarti alla cappella Maestrelli, insieme a Giorgio e Tommaso. Perchè la Lazio è la nostra famiglia e la lazialità è un concetto e un valore tramandato con passione dai nostri genitori. Tu sei la Lazio e rimarrai sempre un suo simboli. Noi tifosi, a nostra volta, siamo la Lazio e ti ricorderemo sempre con grande affetto e gratitudine.
Ciao Pino, nostro Capitano per sempre.