Bryson DeChambeau ha vinto con 274 (69 68 70 67, -6) il 120° US Open, il secondo major disputato sul bellissimo e difficile percorso del Winged Foot GC a Mamaroneck nello Stato di New York.
Unico giocatore a chiudere la gara sotto par, DeChambeau si è imposto, al termine di giornata finale che ha visto un eagle, due birdies e un bogey (per un parziale di 67, -3), su Mathhew Wolff.
La vittoria è certamente storica, essendo DeChambeau il terzo atleta ad essersi imposto in questo major, nell’US Amateur e nel NCAA Individual Championship, dopo Jack Nicklaus e Tiger Woods. Salito dal nono al quinto posto nel World Ranking, il giocatore ha ricevuto un assegno di 2.250.000 dollari su un montepremi di 12.500.000 dollari.
“Questo successo mi infonde una gioia unica – ha detto – e voglio godermela al massimo. Ho giocato in maniera impeccabile”.
Soprannominato lo “scienzato pazzo” o “Golf Hulk“, DeChambeau ha emozionato il grande pubblico per il tipo di gioco, per l’attrezzatura – insolita sul tour – e per la forma fisica. Il suo swing, diverso da quello classico insegnato da decenni, è caratterizzato dal mancato uso dei polsi durante le vari fasi del movimento. I bastoni, costruiti ad hoc, hanno tutti la stessa lunghezza di 95,3 centimetri. Il fisico, quasi 109 chili, è più da body builder che da golfista. Parametri eccezionali per un gioco muscolare. Punto di forza è la distanza del driver. Per lui anche i par 5 più lunghi diventano meno difficili e facilmente raggiungibili in due colpi.
Il secondo in classifica, Matthew Wolff, al debutto nel torneo, non ha potuto fare altro che ammirare la forza di DeChambeau. Anche lo swing del ventunenne, alla 30a gara sul tour, sarà argomento principale, ne siamo certi, in tutte le chiacchierate da club-house nei circoli di tutto il mondo. Mutuato in tutto e per tutto dal baseball, il movimento è, a dir poco, eterodosso e, per certi, versi rivoluzionario.
Buone prestazioni del sudafricano Louis Oosthuizen, terzo con 282 (+2), di Harris English, quarto con 283 (+3), e di Xander Schauffele, quinto con 284 (+4), mentre è risalito dal 21° al sesto posto con 285 (+5) Dustin Johnson, numero uno mondiale, affiancato dalla sorpresa Will Zalatoris, leader della money list del Korn Ferry Tour, il secondo circuito americano, e autore di una “hole in one” nel primo giro (buca 7, par 3 di 165 yards). Sono risaliti tra i top ten anche Justin Thomas, Webb Simpson e Tony Finau, ottavi con 286 (+6), alla pari con il nordirlandese Rory McIlroy, sceso dalla settima, e a Zach Johnson. Ha concluso al 13° posto con 287 (+7) Patrick Reed, l’altro autore di un ace, anch’egli nel primo giro e alla stessa buca di Zalatoris, e ha ceduto il giapponese Hideki Matsuyama, da quarto 17° con 288 (+8) dopo un 78 (+8). Mai in partita lo spagnolo Jon Rahm, numero due mondiale, 23° con 290 (+10).
Renato Paratore, unico italiano in gar, è arrivato 31°, girando in 76 (+6) colpi con un birdie e un bogey sulle prime nove buche passate in par e poi trovando parecchie difficoltà nel rientro (due bogey e due doppi bogey).