Dopo i mesi di chiusura forzata la stagione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si prepara a ripartire. Riprenderanno, quindi, con regolarità i concerti nella Sala Santa Cecilia così come la campagna abbonamenti e le agevolazioni per i più giovani.
Questa mattina, il Sovrintendente Michele dall’Ongaro e il Direttore Antonio Pappano, alla presenza del Sindaco di Roma Virginia Raggi e del Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio Albino Ruberti, hanno illustrato la stagione di concerti 2020/2021.
Il calendario prevede ventotto concerti sinfonici, ventidue da camera e due tour europei. La produzione sinfonica in programma sarà interamente coperta dall’Orchestra, affiancata in dodici concerti dal Coro, istruito da Piero Monti.
STAGIONE SINFONICA. Da ottobre a maggio, Antonio Pappano che ormai vanta un lungo sodalizio – giunto al quindicesimo anno – alla guida dell’Orchestra sarà sul podio per otto produzioni. Dopo il classico concerto inaugurale incentrato su Bruckner e Mahler, il Direttore Musicale spazierà in un vasto repertorio che passerà da Giovanni Gabrieli a Schönberg, dalla Passione secondo Matteo di J.S. Bach alla Messa di Gloria di Gioachino Rossini.
Una parata di stelle arricchisce il cartellone con autorevoli nomi del concertismo internazionale come Maurizio Pollini, Stefano Bollani, Beatrice Rana, Jan Lisiecki, András Schiff, Grigory Sokolov, Jean-Yves Thibaudet, Julia Fischer, Leonidas Kavakos, Mario Brunello, Salvatore Accardo, Maxim Vengerov per citarne alcuni.
Sul podio di Santa Cecilia torneranno direttori noti e amati dal pubblico, come Vasily Petrenko, Semyon Bychkov, Daniele Gatti, Valery Gergiev, Myung-Whun Chung, Gianandrea Noseda, Trevor Pinnock, Sir John Eliot Gardiner, Jakub Hrůša, Juraj Valčuha, John Adams e James Levine, uno dei mostri sacri della bacchetta che ha diretto l’ultima volta a Santa Cecilia nel 2002.
Da segnalare il ritorno dopo quasi venticinque anni dall’ultimo concerto nel 1996, di Herbert Blomstedt, il più longevo dei direttori attualmente attivi, specialista del repertorio tedesco, che superata la soglia dei novant’anni è impegnato in una intensa attività concertistica e a Santa Cecilia dirigerà la Sinfonia n. 5 di Anton Bruckner.
Molti i debutti: prima volta a Santa Cecilia per l’olandese Jaap van Zweden, attuale Direttore Musicale della New York Philharmonic e per il finlandese Jukka Pekka Saraste; per Alpesh Chauhan, attuale Direttore della Birmingham Opera Company che dirigerà Beatrice Rana nel Concerto n. 2 di Rachmaninoff; prima volta anche per Kazuki Yamada Direttore Principale e Direttore artistico dell’Orchestre Philharmonique di Montecarlo che dirigerà Luigi Piovano nelle Variazioni Rococò di Čajkovskij. Trevor Pinnock, pur essendo una presenza abituale delle stagioni ceciliane, debutterà alla guida dell’Orchestra di Santa Cecilia nell’Oratorio di Natale di J. S. Bach. E ancora, prima volta in calendario di stagione per Carlo Rizzari che dirigerà una serata interamente dedicata alla musica spagnola.
Inaugurazione, come dicevamo, il 16 ottobre (repliche 17 e 18) con due brani monumentali che inducono a un raccoglimento spirituale: in linea con la tradizione che vede l’apertura di stagione con opere vocali, Coro e Orchestra eseguiranno il Te Deum di Bruckner e il Das Lied von der Erde di Mahler, ciclo di Lieder sinfonici che esprimono con intensità la crisi dell’Uomo rispetto al mistero che circonda la sua esistenza. Il secondo concerto del mese di ottobre (22, 23, 24) vede Orchestra e Coro percorrere un suggestivo viaggio nel tempo, che comincia con le Canzoni e Mottetti di Giovani Gabrieli – in omaggio alla tradizione vocale praticata alla fine del Cinquecento nella Basilica di San Marco – e prosegue con le Variazioni Corali trascritte da Igor Stravinskij sul tema di un Corale di Bach su commissione della Biennale di Venezia, per essere eseguite proprio a San Marco insieme a composizioni di autori veneziani del Seicento. Il Concerto di Vivaldi per quattro violini e la Suite Pulcinella di Stravinskij fanno da preludio al gran finale che vedrà la presenza come solista di Stefano Bollani che – dopo due anni di assenza – torna a Santa Cecilia con il Concerto per pianoforte K 488 di W. A. Mozart, uno dei più noti ed eseguiti.
Dopo i concerti di apertura diretti da Antonio Pappano, la stagione sinfonica prosegue con il ritorno di Vasily Petrenko attuale direttore della Oslo Philharmonic Orchestra che nel 2021 prenderà la direzione musicale della Royal Philharmonic Orchestra. A metà del mese di novembre (19, 20, 21) Petrenko guiderà l’Orchestra di Santa Cecilia nella Sinfonia n. 8 ‘Incompiuta’ di Schubert, l’Ouverture Leonore III e le Otto romanze di Verdi trascritte nel 1990 da Luciano Berio per tenore e orchestra, interpretate dal tenore Brian Jagde ed eseguite per la prima volta a Santa Cecilia. Il 26, 27 e 28 novembre torna sul podio di Santa Cecilia il russo Tugan Sokhiev dal 2008 a capo dell’Orchestre Nationale du Capitole de Toulouse che dirigerà Ein Deutsches Requiem di Brahms. Nel cast il baritono Garry Magee e il soprano Golda Schultz, una delle più interessanti voci emergenti del panorama internazionale.
La stagione sinfonica entra nel vivo con i tre concerti in cartellone nel mese di dicembre che vedono sul podio tre grandi direttori, due dei quali legati da un lungo sodalizio artistico con l’Accademia di Santa Cecilia. Nel concerto del 3, 4, e 5 dicembre Semyon Bychkov terrà a battesimo il debutto di un giovane pianista emergente, Tom Borrow, salito alla ribalta delle cronache musicali dopo la sostituzione nel gennaio 2019 di Kathia Buniatishvili in una serie di concerti con la Israel Philharmonic che ha suscitato un eccezionale consenso di pubblico e critica. Nella prima romana, Borrow eseguirà il Concerto k 491 di W.A. Mozart al quale seguirà la Sinfonia n.3 ‘Scozzese’ di Mendelssohn. Il 10, 11 e 12 dicembre, dopo il successo della scorsa stagione, torna alla guida dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia Sir John Eliot Gardiner – noto ai più come direttore di musica barocca – che dirigerà il pianista polacco Piotr Anderszewski nel Concerto per pianoforte e orchestra K 453 di Mozart, preceduto dall’Ouverture della Gazza ladra di Gioachino Rossini e seguito dalla Sinfonia n. 4 ‘Italiana’ di Mendelssohn-Bartholdy, autore che Gardiner ha approfondito con numerose incisioni di successo. Il 16 dicembre (repliche il 18 e il 19), Trevor Pinnock, vecchio amico del pubblico ceciliano, sarà per la prima volta alla guida dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia che dirigerà nel suggestivo Oratorio di Natale di J. S. Bach, repertorio del quale Pinnock è specialista. Cast internazionale con Robin Johannsen soprano, Catriona Morison mezzosoprano, Stuart Jackson tenore, Luca Pisaroni basso.
L’anno nuovo sarà inaugurato da Daniele Gatti che apre il mese di gennaio con un doppio appuntamento (7, 8, 9 e 14, 15, 16 gennaio) nel quale, offrirà al pubblico l’imperdibile e rara occasione di ascoltare l’integrale del ciclo Des Knaben Wunderhorn di Gustav Mahler. I Lieder saranno interpretati da una delle voci di riferimento per questo repertorio, il baritono austriaco Markus Werba presenza assidua nelle stagioni ceciliane. Ai Lieder di Mahler saranno affiancati brani che contribuiranno a rafforzare l’atmosfera celebrata nei testi: nel primo concerto gli echi di guerra e militari sono rievocati infatti dall’Ouverture Coriolano di Beethoven, ispirata alla figura del condottiero romano Gaio Marcio e dalla Sinfonia n. 100 di Joseph Haydn detta “Militare” dal piglio dell’Allegretto del secondo movimento. Nel secondo concerto la leggerezza dei versi è sostenuta dalla serenità della Sinfonia n. 6 di Beethoven “Pastorale”.
Sarà Gianandrea Noseda, uno dei più ricercati direttori italiani, attualmente in carica alla National Symphony Orchestra di Washington, a dar vita il 21 gennaio (repliche il 22 e il 23) a una elettrizzante serata dedicata al 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri. In programma Inferno di Thomas Adès, prima parte di un balletto dedicato a Dante commissionato nel 2019 al compositore inglese dalla Los Angeles Philharmonic in occasione del proprio centenario. La prima esecuzione del brano, diretta da Dudamel nel 2019, ha scatenato nel pubblico e nella critica un grande entusiasmo, mentre Adès stesso ha definito la sua composizione un “grato tributo all’opera di Franz Liszt il compositore di musica infernale e demoniaca”. L’omaggio al ‘sommo poeta’ prosegue nella seconda parte con la Sinfonia Dante ispirata a Liszt dalla lettura della Divina Commedia.
Il mese di febbraio si apre con il lirismo del Concerto per violino di Čajkovskij interpretato dal violinista ucraino Valerij Sokolov al suo debutto a Santa Cecilia. Sul podio Juraj Valčuha che nella seconda parte del concerto dirigerà la Sinfonia n. 4 “Inestinguibile” di Carl Nielsen, la più nota tra le sinfonie scritte da quello che è considerato uno dei grandi compositori scandinavi della fine dell’Ottocento. L’11 febbraio (repliche 12 e 13), da non mancare, il debutto del direttore olandese Jaap van Zweden all’insegna di due capolavori del repertorio sinfonico: la Sinfonia n. 5 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 5 di Dmitri Šostakovič. Prima volta sul podio ceciliano anche per il finlandese Jukka-Pekka Saraste che debutta dirigendo Folk Songs di Berio in una prima esecuzione a Santa Cecilia della versione per orchestra. A fine mese un grande protagonista del podio, Valery Gergiev (25, 26 e 27 febbraio) torna con un cast stellare (Leah Hawkins soprano, Sara Mingardo mezzosoprano, Patrik Reiter tenore, Andrea Mastroni basso) per dirigere Orchestra e Coro nella Sinfonia n. 9 di Beethoven.
Da non perdere il concerto più giovane e cool della stagione (18, 19, 20 marzo) che vedrà il debutto sul podio di Santa Cecilia del trentenne direttore Alpesh Chauhan – una brillante carriera avviata nel 2016 dopo aver diretto per la prima volta la BBC Orchestra ai Proms, attuale direttore della filarmonica Arturo Toscanini di Parma – che debutta sul podio di Santa Cecilia dirigendo Beatrice Rana – una delle pianiste under 30 più interessanti e ricche di talento del panorama internazionale – che nello splendido Concerto per pianoforte n. 2 di Rachmaninoff potrà esprimere al meglio le sue eccezionali doti tecniche ed espressive. Restando in ambito russo, nella seconda parte Chauhan dirigerà la Sinfonia n. 12 “L’anno 1917” in cui Šostakovič ripercorre il culmine della Rivoluzione leninista. Grande attesa per il concerto che giovedì 25 marzo (repliche 26 e 27) segna il ritorno dopo un quarto di secolo di uno de grandi nomi del podio, Herbert Blomstedt, che nonostante i novantatré anni d’età e i quasi settanta di carriera, è impegnato con entusiasmo in un’intensa attività concertistica. A Santa Cecilia il direttore svedese dirigerà la Sinfonia n. 5 di Anton Bruckner, uno dei suoi autori di riferimento.
Il mese di aprile si apre con Myung-Whun Chung che dirige Orchestra e Coro nell’imponente e struggente Stabat Mater di Gioachino Rossini, che vedrà un cast di solisti prevalentemente italiano (Mariangela Sicilia soprano, Raffaella Lupinacci mezzosoprano, Jack Swanson tenore, Gianluca Buratto basso).
Il 21 maggio (repliche 22 e 24) prima volta in stagione di Carlo Rizzari – da anni Direttore assistente dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia – che sarà anima di una serata interamente dedicata ai colori e alle suggestioni della Spagna, con alcune delle più belle pagine del repertorio sinfonico a questa dedicate, da Le Cid di Jules Massenet a Notti nei giardini di Spagna di Manuel De Falla, España di Emmanuel Chabrier fino al gran finale con il celebre Boléro di Ravel.
Attesa per il debutto di Víkingur Ólaffson – pianista islandese molto apprezzato dalla critica – che interpreterà il concerto per pianoforte e orchestra Must the Devil Have All the Good Tunes? composto per Yuja Wang da John Adams che tornerà sul podio di Santa Cecilia per dirigere la sua composizione insieme a una selezione di brani tratti dall’opera Akhnaten di Philip Glass.
Tre i concerti che si terranno nel mese di giugno: nel primo appuntamento, giovedì 3 (repliche 4 e 5), il violinista armeno Sergey Khachatryan sarà interprete del Concerto per violino di Brahms, sul podio il direttore Jakub Hrůša che nella seconda parte dirigerà la Sinfonia n. 10 di Šostakovič. Il 10, 11 e 12 il primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia Luigi Piovano sarà interprete delle raffinate e brillanti Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij, a guidare l’Orchestra Kazuki Yamada, al suo debutto sul podio di Santa Cecilia. La stagione si chiude con James Levine, uno dei più grandi direttori ancora in attività, con una lunga e prestigiosa carriera che gli ha consentito di confrontarsi con un repertorio vastissimo. Levine torna a Santa Cecilia dopo quasi un ventennio dirigendo la Sinfonia n. 5 di Schubert, il Divertimento n. 15 K 287 di W. A. Mozart e la Serenata n. 2 di Brahms.
MUSICA DA CAMERA. Nella stagione da camera spicca la presenza di importanti nomi del pianismo internazionale, che con ben nove recital solistici costituiranno uno dei fili conduttori dei ventidue concerti in programma. Una novità saranno alcuni programmi che offriranno al pubblico la possibilità di ascoltare in un’unica data, ma in differenti fasce orarie, opere imponenti la cui durata richiede di solito una suddivisione temporale in più giornate.
Si inizia l’11 ottobre con il pianista israeliano Saleem Abboud Ashkar, che torna a Santa Cecilia dopo quasi un decennio con una maratona Beethoven, sulla scia dei numerosi omaggi che negli ultimi mesi hanno scandito il cartellone di tutte le più importanti istituzioni musicali, nazionali e internazionali, per i festeggiamenti dedicati all’anniversario del musicista renano. Una full immersion suddivisa in tre fasce orarie che a partire dalle 12 (con un secondo appuntamento alle 17), culminerà alle 20.30 con il concerto inaugurale della nuova Stagione, nel corso del quale Ashkar ripercorrerà l’evoluzione dello stile beethoveniano attraverso le Sonate più significative, da quelle scritte negli anni giovanili e dedicate ad Haydn, fino alla celebre Sonata n. 31 op. 110 paradigmatica dell’estrema libertà formale raggiunta dal compositore nella sua maturità. Sarà Piero Monti – direttore del Coro di Santa Cecilia alla sua seconda stagione in carica – a dirigere il 29 ottobre un programma dedicato ad autori russi nel quale il Coro sarà accompagnato da un organico costituito da violoncello (suonato da Luigi Piovano, prima parte dell’orchestra), percussioni, celesta e pianoforte. In apertura il suggestivo Vocalise di Rachmaninoff, ultimo di una raccolta di brani vocali composta tra il 1912 e il 1915 per il soprano Antonina Nezhdanova. Segue un brano del compositore georgiano, recentemente scomparso, Giya Kancheli del quale è in programma l’evocativo Lulling the sun per coro e percussioni, e infine Sonnegesang di Sofia Gubaidulina, dedicato all’indimenticato violoncellista Mstislav Rostropovich.
L’8 novembre sarà la volta del secondo recital pianistico che vedrà protagonista il francese Jean-Yves Thibaudet e che, dopo un’acclamata presenza nella stagione sinfonica 2019, torna a Santa Cecilia in un doppio appuntamento, alle 12 e alle 18. Nello stesso giorno offrirà al pubblico la rara occasione di ascoltare l’integrale delle due raccolte dei Préludes di Claude Debussy, brevi composizioni di differente colore e ispirazione, in cui momenti più intimi e dolenti si alternano a pagine di puro virtuosismo pienamente nelle corde di Thibaudet che ha, tra l’altro, all’attivo l’incisione dell’integrale delle composizioni per pianoforte solo di Debussy. Il 16 novembre, per il secondo anno consecutivo torna Joshua Weilerstein che, alla guida de l’Orchestre de Chambre de Lausanne, terrà a battesimo la prima volta a Santa Cecilia del violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt, interprete con un vasto repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo. Rinomato per il suo virtuosismo e per la bellezza del suono, è considerato una delle voci più creative e versatili del panorama attuale. In programma una delle pagine più trascinanti del repertorio classico romantico – il Concerto per violoncello di Robert Schumann nel quale il solista dialoga intensamente con l’orchestra – e la Sinfonia n. 7 di Ludwig van Beethoven. Al debutto di Altstaedt fa da contraltare Mario Brunello uno dei più affermati violoncellisti di fama internazionale, presenza abituale delle Stagioni di Santa Cecilia. Portavoce da diversi anni di progetti monografici e di approfondimento, impegnato da tempo nell’esplorazione del mondo bachiano, Brunello continuerà anche nel corso di questa stagione a rendere partecipe il pubblico del suo punto di vista, spiegando perché considera la musica di Bach “baricentro della nostra vita musicale”. Un itinerario divulgativo molto apprezzato dal pubblico, avviato lo scorso anno con due concerti dedicati alle Sonate per violino di J. S. Bach, eseguite con un violoncello piccolo a quattro corde, che quest’anno prevede due ulteriori appuntamenti dedicati alle Suites per violoncello n. 1 e n. 3 e al Concerto n.3 per violino nel concerto del 23 novembre, e alle Suites per violoncello n. 2 e n. 4 e la Partita n. 2 per violino nel concerto del 3 marzo. Il 29 novembre torna un altro habitué, il violinista greco Leonidas Kavakos che insieme al pianista Enrico Pace propone l’integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven suddivise in quattro appuntamenti. Anche in questo caso si tratta del proseguimento di un progetto avviato con successo nella scorsa stagione. Due date in cartellone per l’atteso ritorno di un big della tastiera il cui nome evoca inevitabilmente la strepitosa carriera che lo ha portato sui palcoscenici di tutto il mondo. Dopo tre anni di assenza Maurizio Pollini,in un doppio appuntamento che lo vedrà sul palcoscenico il 30 novembre e il 22 febbraio, torna a incontrare il pubblico romano con il quale ha consuetudine da più di mezzo secolo. Nel primo incontro, il programma propone in apertura i poetici Intermezzi op. 117 di Brahms, per passare poi ai Tre Klavierstücke op. 11, composizione in cui Schönberg sperimentò per la prima volta la scrittura atonale. Nella seconda parte ascolteremo quattro celebri capolavori di Chopin (la Polacca op. 44, la Barcarola op. 60, la Mazurka op. 56 n.3 e lo Scherzo op. 39), autore che incarna la figura del pianista romantico, cavallo di battaglia di Pollino, salito alla ribalta internazionale appena diciottenne proprio con la vittoria del Concorso Chopin di Varsavia nel 1960. Ancora in definizione il programma che Pollini suonerà a febbraio.
Un’occasione da non perdere per gli amanti della musica di Bach sarà il 13 dicembre, quando un ensemble composto dalle prime parti dell’Orchestra, Carlo Maria Parazzoli (violino), Raffaele Mallozzi (viola), Hans Eberhard Dentler (violoncello), Antonio Sciancalepore (contrabbasso) e Francesco Bossone (fagotto) si cimenterà – sempre seguendo la formula del doppio appuntamento quotidiano (alle 12 e alle 18) – nella monumentale (e incompleta) Arte della Fuga alla qualeJohann Sebastian lavorò l’ultimo decennio di vita.
L’anno nuovo si aprirà con un concerto, l’11 gennaio,del Sestetto Stradivari formato dai Professori dell’Orchestra di Santa Cecilia David Romano e Marlène Prodigo (violini), Raffaele Mallozzi e David Bursack (viole), Diego Romano e Sara Gentile (violoncelli). Nato in occasione di una mostra dedicata a Stradivari (dalla quale ha preso il nome), il Sestetto nel 2021 festeggia i primi venti anni insieme e rende omaggio a questa ricorrenza eseguendo nella prima parte del concerto un brano dal valore affettivo, il Sestetto per archi n. 1 op. 18 di Brahms, uno dei primi suonati insieme agli esordi del gruppo. Nella seconda parte del concerto l’omaggio è invece a Beethoven con un adattamento della Sinfonia n.6 nella versione per sestetto d’archi elaborata dall’organista e compositore tedesco Michael Gottard Fischer, contemporaneo ed entusiasta ammiratore del genio di Bonn, che nel 1811 trascrisse la sinfonia nella versione da camera. Il mese prosegue con due appuntamenti dedicati al pianoforte. Nel primo, il 18 gennaio, il giovane pianista canadese di origine polacca Jan Lisiecki che vanta una regolare collaborazione con l’Accademia di Santa Cecilia sia in recital, sia come solista in produzioni sinfoniche e incisioni discografiche (nel 2016 Lisiecki ha inciso con l’Orchestra di Santa Cecilia, per Deutsche Grammophon, il Concerto per pianoforte di Schumann sotto la direzione di Antonio Pappano), renderà omaggio alla tradizione pianistica dell’Ottocento. Attraverso l’opera di autori emblematici come Chopin e Mendelssohn, ma anche precedenti all’epoca romantica come Bach e Beethoven, Lisiecki eseguirà in apertura il Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo, uno dei primi lavori conosciuti di J. S. Bach, seguito dal Rondò a capriccio op. 129 di Ludwig van Beethoven per poi passare ad alcune delle pagine pianistiche più note di Mendelssohn – il compositore che insieme a Chopin più coincide con l’ideale romantico – i sei Lieder ohne Worte op. 67, il Rondò Capriccioso op. 14 e le Variations sérieuses op.54. Di Chopin – autore del quale Lisiecki è raffinato interprete di riferimento – sono in programma, infine, alcune delle pagine dal lirismo più intenso come i Notturni op. 27 e op. 62 e la Ballata n. 4. Imperdibile appuntamento con Maria João Pires, una delle più celebri e raffinate pianiste in attività, rara presenza nelle stagioni concertistiche romane, che sarà sul palco di Santa Cecilia il 25 gennaio. Una prestigiosa carriera internazionale, con incisioni per le più note etichette discografiche e collaborazioni con grandi artisti, già pupilla di Claudio Abbado che in numerose occasioni la volle al suo fianco in interpretazioni mozartiane, nel concerto ceciliano, la pianista portoghese presenterà al pubblico La Suite Bergamasque, due Prèludes di Debussy e la imponente Sonata n. 32 op. 111 di Beethoven.
Il 3 febbraio debutto a Santa Cecilia per Angela Hewitt, considerata uno degli interpreti contemporanei di riferimento delle composizioni bachiane, autore del quale Hewitt ha all’attivo numerose incisioni definite dalla critica “una delle glorie discografiche di tutti i tempi” che le hanno valso l’ammissione nel 2015 nella Hall of Fame di Gramophone. Dal 2016 la pianista canadese ha avviato un importante progetto intitolato “The Bach Odyssey” che prevede l’esecuzione dell’opera omnia per tastiera delle composizioni di J. S. Bach suddivise in dodici recital, in quattro anni, nelle più prestigiose sale da concerto del mondo. In quest’ottica, il suo intervento nella Stagione da Camera ceciliana la vedrà interprete di un programma interamente dedicato a Bach, dalla Partita n. 1 – prima delle sei composte da Johann Sebastian dopo il trasferimento a Lipsia – alla Toccata in do minore, dalle Le Suites Francesi n. 5 e 6 fino al trascinante Concerto italiano stilisticamente riferito al Concerto Grosso italiano, in cui l’alternanza dialettica dei soli e dei tutti è riproposta sulla tastiera dal genio di Bach. Il pianista ungherese András Schiff, leone della tastiera apprezzato in tutto il mondo, noto per le sue interpretazioni delle Sonate di Beethoven e delle Suites Inglesi di Bach che negli anni gli hanno valso riconoscimenti prestigiosi (come il Grammy Award e il Premio Abbiati), di casa a Santa Cecilia da molti anni, torna in stagione il 15 febbraio con un programma antologico che, in un confronto di stili, dopo l’Ouverture francese di J.S. Bach, prosegue con il virtuosismo brillante della Sonata op. 10 n. 3 di Beethoven, per passare alla purezza della Sonata n.32 di Haydn alla quale fa contrasto l’impeto della Sonata D.850 di Franz Schubert.
Il 17 marzo quinto appuntamento legato al progetto Haydn 2032 – portato avanti in collaborazione con la Fondazione Haydn di Basilea – per il quale il direttore e flautista Giovanni Antonini sta eseguendo e incidendo con cadenza regolare l’integrale delle Sinfonie di Haydn entro il 2032, ricorrenza dei trecento anni dalla nascita del compositore considerato il ‘padre’ del genere sinfonico, per la prolificità del suo contributo (104 Sinfonie). Alla guida della Kammerorchester Basel, compagine di riferimento per l’interpretazione del repertorio barocco, Antonini dirigerà le Sinfonie n.32, 54 e 53 detta l’Imperiale. Il mese si chiude con il concerto di Grygory Sokolov, che il 29 marzo terrà il suo consueto e attesissimo recital per il pubblico di Santa Cecilia che partecipa sempre numeroso all’appuntamento annuale con il grande pianista russo, amato per la maestria tecnica e la varietà timbrica che rendono le sue interpretazioni uniche.
L’appuntamento cameristico di aprile, vede in campo una brillante formazione di fiati costituita dalle prime parti dell’Orchestra di Santa Cecilia – Alessandro Carbonare (clarinetto), Andrea Oliva (flauto), Francesco Di Rosa (oboe), Francesco Bossone (fagotto), Guglielmo Pellarin (corno), Pietro De Maria (pianoforte) – che il 19 aprile daranno vita a una effervescente Soirée Poulenc. Concerto dedicato all’estro di uno dei compositori del primo Novecento francese che si pone con originalità rispetto alla musica tardo-romantica. Un crescendo di brani in cui ciascuno strumento dialoga dapprima esclusivamente con il pianoforte (Sonata per flauto e pianoforte, Elégie per corno e pianoforte, Sonata per clarinetto e pianoforte, Trio per oboe, fagotto e pianoforte), fino all’esuberante tutti del Sestetto finale.
La stagione da camera si conclude il 3 maggio con Salvatore Accardo che insieme a Laura Gorna e Sofia Manvati (violino), Francesco Fiore e Simonide Braconi (viole), Cecilia Radic (violoncello) e Laura Manzini (pianoforte) eseguirà il Quintetto in do maggiore op. 29 di Beethoven e il Concerto per violino, pianoforte e quartetto d’archi op. 21 del francese Ernest Chausson allievo di Massenet e Franck.