Il mondo dell’arte e l’idea del viaggio si sono incontrati davvero molte volte nell’atto creativo e immaginifico.
Non solo viaggi reali e fisici, come quelli di Ulisse o Enea, o i racconti più recenti come quelli dedicati a Robinson Crusoe, ma anche viaggi eterei, metaforici, ambientati nel più intimo dell’animo umano o nelle più trascendentali delle dimensioni.
Si finisce così, inevitabilmente, per citare il sommo poeta, quel Dante Alighieri che, presa carta e penna, descrisse il proprio metaforico viaggio nei mondi ultraterreni, narrando della salvezza della propria anima in una caduta e un ritorno, da quel “riveder le stelle” a quell’”amor che muove il sole e le altre stelle”.
Ed è forse l’amore il principale protagonista del viaggio di un compositore contemporaneo, Francesco Di Giovanni, musicista che in questa situazione ha poggiato la propria chitarra e, presa ispirazione come il citato poeta, ha raccontato il suo di viaggio. Un viaggio lungo una vita, tornando a quella musica classica che fu culla della sua formazione, e decidendo di porsi nel non facile ruolo di compositore, imprimendo tra le righe dello spartito accorate e emozionanti note.

Certo, scomodare Dante Alighieri per una recensione può essere per certi versi esagerato, eppure le materie di paragone tra il poeta e Di Giovanni non sono così evitabili, soprattutto quando nel lavoro di entrambi è il ruolo della donna amata a ottenere una grande importanza: nel ruolo di novella Beatrice troviamo Gabriella De Nardo, compagna per il compositore non solo nella musica, ma anche nella vita, interprete al pianoforte degli scritti di Francesco Di Giovanni. Così, se da un lato il racconto del viaggio è personale, dall’altro diventa un percorso di due anime mano nella mano che, travolte dalla tempesta della vita, si tengono strette, cercando di porre l’emozione al primo posto. Una tempesta che attraversa i sette brani del discorso, diviso in ventiquattro tracce, in cui a sonorità allegre si alternano momenti più concitati, sapendo mescolare e narrare con le note una storia nuova ma che sa di nostalgia.
Nostalgia di un passato da ricordare, ma speranza per un futuro ancora da scrivere. Così, dall’Utopia che apre l’album, si arriva ai Mari Lontani del suo finale, per un viaggio appena cominciato.