Immagine simbolo di oggi: “Viandante sul mare di nebbia”, Caspar David Friedrich, 1818.
È considerato il manifesto della pittura romantica. Al centro del dipinto troviamo un uomo in piedi, di spalle, appoggiato al suo bastone da viaggio, su di uno sperone roccioso come se fosse il piedistallo di una statua. Il misterioso protagonista sta contemplando l’infinito mare di nebbia che ha di fronte, provando una sensazione mista di paura e piacere davanti alla maestosità della natura. Sembra perdersi in essa e questa perdita annulla la sua individualità in una sorta di abbraccio sublime con il panorama. In questo confronto tra uomo e natura, ci chiediamo se il nostre eroe si è arreso al mondo e al suo destino e si avventura verso il suo futuro drammatico. Questa immagine è allora una metafora di chi è giunto al termine della vita, e non può più proseguire oltre. Di fronte a lui, l’ignoto, la morte. Molto più probabilmente però il dipinto (come suggerisce il titolo) incarna il piacere di viaggiare. Verso l’orizzonte si aprono infatti nuovi scenari di montagne, anche se alte e impervie, e il nostro eroe non sembra indietreggiare. Il viaggio, la scoperta del mondo, è forse la cosa più profonda in noi ma anche quella che ci viene più dolorosamente negata in questa pandemia. Poter tornare a viaggiare sarà il segno della nostra vittoria, del nostro ricominciare a vivere veramente. Diceva Ulisse nel Canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri: “...Né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né ‘l debito amore (…) vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, e delli vizi umani e del valor” #stopcovid19⛔️?✋