Immagine simbolo di oggi: “Giovane nudo seduto sulla spiaggia”, Hippolyte Flandrin,1836.
Il dipinto, uno dei quadri più noti di Flandrin, ora al Louvre, ispirò varie riproduzioni, foto da i primi del 900 in poi, fino a diventare una delle maggiori icone della cultura omosessuale del XX secolo. Unico protagonista, cui fa “concorrenza” solo la presenza del mare, sullo sfondo, è un giovane che siede nudo su una roccia con le braccia avvolte attorno alle gambe, la testa china appoggiata sulle ginocchia, gli occhi chiusi. Non vi è alcun punto di riferimento riconoscibile per poter individuare la figura. La scena enigmatica non fornisce neppure alcuna spiegazione per la posa assunta dall’adolescente: è un efebo dell’antica Grecia, un pastorello che ha perso il suo gregge, un naufrago su un isola deserta? Certamente la posa intima, quasi circolare, che richiama il “ragazzo accovacciato“ di Michelangelo, fa emergere con forza la dimensione psicologica del quadro e suscita la partecipazione di chi guarda. Questa pandemia come un fiume in piena, che esce dai propri argini, ha ridisegnato i confini non solo geofisici ma anche psicologi tra le persone. Ma soli e abbandonati non riusciremo ad uscire da questa situazione. Come nel mito di Filottete (l’eroe acheo Filottete è stato abbandonato sull’isola di Lemno dai suoi compagni in viaggio verso Troia, a causa di una ferita infetta e puzzolente provocatagli da una vipera. Tuttavia un oracolo svela ai greci che senza Filottete la guerra di Troia non potrà mai essere vinta) nessuno può essere lasciato indietro …
“Tutti per uno, uno per tutti”, Alexandre Dumas padre #nonunodimeno #stopcovid19⛔️?✋