Immagine simbolo di oggi: “Un centro” Vasilij Kandinskij, 1924.
Kandinskij va considerato come il primo vero, grande, esponente del movimento astrattista. Egli credeva che l’arte dovesse mettere a nudo la recondita armonia della natura, la sua essenza spirituale, piuttosto che raffigurare una semplice apparenza oggettiva («L’arte oltrepassa i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla, e indica il contenuto del futuro» ). La realtà era allora da percepire come un’immensa partitura musicale, in cui il pittore è come un musicista che suona e fa vibrare le corde dell’anima con la sua melodia (Non a caso kandinskij dipingeva ascoltando musica). Come nella musica, tempo e suono dischiudono l’immaginazione di chi ascolta, le forme (punti, linee, figure) e i colori dei quadri di Kandinskij aprono gli occhi in chi li guarda e producono un “effetto psichico”, una vibrazione spirituale.
A ben vedere l’immagine simbolo di oggi potrebbe rappresentare essa stessa un’immensa iride, in cui tutto il nostro mondo sembra vorticosamente confluire; un centro che è al tempo stesso buco nero e guizzante spermatozoo, fine e nuovo inizio. Quale realtà oltre l’orizzonte degli eventi? Quale “new normal”si sta dischiudendo per noi dopo questa pandemia? Il rischio è rimanere ciechi come Polifemo…
“L’occhio vede solo ciò che la mente è preparata a comprendere”, Bergson #stopcovid19⛔️?✋