Immagine simbolo di oggi: “Kizette in rosa”, Tamara de Lempicka, 1926.
Nel dipinto viene ritratta Marie Christine, la figlia della pittrice polacca, nata dal suo primo matrimonio. l rapporti madre-figlia furono alquanto tormentati. Kizette rimase per l’artista una “figlia scomoda”, mentre questa rimproverò alla madre il suo stile di vita “artistico”(l’uso di cocaina, le notti passate nei locali alla moda, le lunghe sedute di lavoro ascoltando a tutto volume Wagner) che le fece sempre anteporre il suo genio creativo agli affetti. Dagli interni di un locale (forse a Cannes, come suggerisce lo squarcio col profilo di navi sullo sfondo) si staglia la figura di Kizette.Colpisce la dinamicità e al tempo stesso la naturalezza della posa di Kizette, che sovverte i canoni del tradizionale ritratto infantile. Gli occhi color azzurro ghiaccio della bambina hanno lasciato per un momento la lettura del romanzo. Alle forme innocenti del soggetto, dai tratti somatici acerbi, resi con uno stile che richiama il cubismo, si contrappone la posa maliziosa, ammiccante; sul colorito abbronzato della pelle delicata spicca il leggero tocco di rossetto delle labbra, già seducente, che crea un’assonanza cromatica e vanitosa con i grigi e rosa dell’abitino alla moda. Magnetico il binomio “innocenza-malizia” antesignano di quel “lolitismo” letterario cantato nel 1955 da Nabokov. La vera protagonista del quadro è però la noia, il desiderio dei desideri secondo Tolstoj, che come un ragno al centro della tela, avvolge la realtà di un velo grigio di indifferenza e ci intrappola senza pietà. Il non saper gestirla è il problema di molti in questo lockdown in particolare dei tanti genitori costretti dalla situazione contingente (niente scuola, nessun corso di danza o nuoto) a dovere “intrattenere” in ogni modo i propri irrequieti bambini; a dover affollare il loro tempo di cose da fare, come se si dovesse“riempire”per forza questo tempo sospeso.
“La noia è un rumore sordo di secondi che non si incontrano mai, di ore che i minuti non riescono a riempire, di calendari che lanciano in aria giorni grigi e senza mai un colore” (Fabrizio Caramagna) #stopcovid19⛔️?✋