Immagine simbolo di oggi: “Christina’s World”, Wyeth, 1948.
“Il mondo di Cristina” è una delle opere più conosciute, ammirate e citate nella storia della pittura americana contemporanea del pittore realista Wyeth. In un ambiente apparentemente rassicurante e pacifico, una figura esile di donna, in abito rosa, è seduta sul crinale di una collina, tra l’erba gialla e marrone di un autunno incipiente. Si appoggia con le mani al terreno, dando le spalle allo spettatore, in una torsione del busto verso la cima del colle, dove si staglia una fattoria. Sembra quasi intenzionata a rialzarsi da un momento all’altro ma istintivamente sappiamo quanto è alta per lei quella collina e come quell’intenzione sia tanto ammirevole quanto vana; gli arti contorti e rachitici di una donna gravemente malata cedono sotto il peso di un corpo troppo pesante. La caparbietà, il coraggio, la tenacia con le quali questa donna fissa il suo obiettivo, il non smette mai di guardare lontano e di “sperare l’insperabile” è però il segreto del mondo di Cristina. E con questa forza Cristina in fondo si sta muovendo, sta cambiando. Questa pandemia ci ha “scaraventato” fuori dalle nostre abitudini, ci ha lasciato inermi ed indifesi a terra come la protagonista del dipinto. Il cambiamento inevitabile che ci attende richiede un nuovo obiettivo ma anche fatica nel lasciare malinconicamente alle nostre spalle quello che più non ci appartiene e nell’andare oltre.
“E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.” Alda Merini #stopcovid19⛔️?✋