Il 10 dicembre 2019, alle ore 18, si aprirà ufficialmente la nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma. Sul podio ritroveremo il Maestro Daniele Gatti, ormai sempre più a suo agio nel ruolo di Direttore Musicale della Fondazione capitolina.
Il titolo di apertura, Les vêpres siciliennes, non ha bisogno di presentazioni. E’ la prima opera scritta da Giuseppe Verdi espressamente per Parigi. Lo spunto storico è quello del moto antifrancese che, nel 1282, si allargò da Palermo a tutta la Sicilia e che avrebbe generato una serie di guerre terminate solo novant’anni dopo. Origine del moto siciliano era stata un’offesa da parte di un militare francese a una nobildonna palermitana, ma l’ampia rivolta contro lo straniero oppressore che ne seguì, forniva un eccellente spunto a tematiche risorgimentali. Il soggetto ha consentito quindi al compositore di immaginare vaste scene di massa, quadri grandiosi e danze.
L’opera, sebbene molto conosciuta, manca nel teatro romano da più di vent’anni. L’ultima versione è quella del 1997, preceduta da altre tre nel 1940, nel 1956 e nel 1964. La recita sarà eseguita nell’originale lingua francese e, quindi, non riadattata in lingua italiana.
Alla conferenza stampa di presentazione, il Sovrintendente Carlo Fuortes ha sottolineato, al riguardo, come questa produzione sia legata a tre debutti “In un certo senso è tale quello di Daniele Gatti, che inizia infatti la sua prima stagione come direttore musicale. Alla regia abbiamo chiamato Valentina Carrasco, che debutta al Costanzi, ma che aveva messo in scena la Proserpina di Wolfgang Rihm al Teatro Nazionale e, con grande successo, la Carmen a Caracalla. Terzo debutto è quello di Richard Peduzzi, scenografo di fama e carriera internazionali, che non è mai stato nel nostro Teatro, ma che dal 2002 al 2008 è stato direttore dell’Accademia di Francia a Villa Medici. Abbiamo scelto una produzione impegnativa, la versione in lingua originale, integrale con due intervalli e la presenza dei balletti. Ci sembra infatti che l’opera inaugurale di un teatro debba investire su un titolo forse anche meno frequente, ma che proponga un’opera importante. In questo caso Les vêpres impegnano davvero tutte le forze del teatro e anche per questo ci è sembrata una proposta significativa e davvero degna di un titolo inaugurale”.
“Les vêpres siciliennes – ha spiegato il direttore musicale dell’Opera di Roma Daniele Gatti – è il primo incontro di Verdi con il grand-opéra, un tipo d’opera con caratteristiche molto diverse da quella italiana. Se abbiamo nelle orecchie i tre titoli immediatamente precedenti (Rigoletto, Trovatore, Traviata) la differenza è evidente. Uno spettacolo grandioso, in cinque atti, con presenza di balletti e grande sfarzo scenico. Personalmente – ha proseguito il Maestro – mi sono formato tenendo accanto a me le opere più care di Verdi; non esito a dirvi che Les vêpres non era tra questa. Tuttavia man mano mi è venuta la curiosità di approfondirla, grazie anche alla proposta di Fuortes e Vlad. Forse mi ha convinto ad accettare la sfida proprio l’incontro con un lavoro che per me non è immediato, ma che mi è costato uno sforzo per coglierne il significato e la forza drammatica. Mi ha aiutato poi il fatto che nelle sue lettere Verdi stesso manifesti una sua fatica a entrare in contato con questo tipo di drammaturgia, così lontano dall’immediatezza che amava, e questo mi ha fatto sentire più vicino a questo nostro grande compositore”.
“Ho trovato collaboratori ideali – ha aggiunto la regista Valentina Carrasco – come Daniele Gatti, con cui si è realizzata l’intesa indispensabile tra direttore e regista, ha avuto un’attenzione davvero particolare nelle prove, durante le quali è stato ricco di osservazioni e consigli. Richard Peduzzi, che naturalmente conoscevo di fama, ho voluto incontrarlo a Parigi prima di accettare questa proposta, così inattesa, di Carlo Fuortes e Alessio Vlad. Quello con Peduzzi è stato un incontro assolutamente non formale, molto intenso e risolutivo per me, e ho capito che avrei trovato in lui lo scenografo che avrebbe realizzato al meglio lo spettacolo. Per mio conto – ha concluso la Carrasco – ho cercato di immaginare la fatica di Verdi nell’affrontare questa pagina così inconsueta per lui: è un po’, se mi passate il paragone, come se un regista di teatro europeo dovese affrontare il musical di Braodway. Deve affrontare un mondo con regole completamente diverse. Qui anche Verdi è dovuto sottostare a regole diverse dalle sue solite: ad esempio il Bolero nel finale, bellissimo musicalmente, non ha un’urgenza dal punto di vista drammaturgico, ma è un “numero” che il pubblico attendeva e che appartiene al genere del grand-opéra. Dunque Verdi lo ha fatto e noi lo dobbiamo mettere in scena, capendo il suo significato all’interno del lavoro”.
La scenografia sarà opera del francese Richard Peduzzi, celebre, tra gli altri lavori, per il Ring realizzato da Boule/Chéreau a Bayreuth nel 1976. Il maestro Peduzzi debutta in questa occasione a Roma, dove ha in passato diretto l’Accademia di Francia fra il 2002 e il 2008. Le luci saranno di Peter van Praet e i costumi di Luis F. Carvalho. Le coreografie del balletto “Le quattro stagioni”, parte integrante del terzo atto di questo grand-opéra, saranno di Valentina Carrasco e Massimiliano Volpini.
Tra i principali interpreti Roberto Frontali nel ruolo di Guy de Montfort in alternanza con Giorgio Caoduro (per la replica del 17 dicembre), Dario Russo in quello de Le sire de Béthune. Hélène sarà cantata da Roberta Mantegna e Anna Princeva (per la replica del 17 dicembre). Nel cast ci saranno anche John Osborn e Giulio Pelligra (per la replica del 17 dicembre) nel ruolo di Henri, Michele Pertusi e Alessio Cacciamani (per la replica del 17 dicembre) in quello di Jean Procida, Francesco Pittari (Daniéli), Saverio Fiore (Thibault) e Alessio Verna (Robert). Dalla seconda edizione del progetto “Fabbrica” vengono Andrii Ganchuk, che interpreta Le comte de Vaudemont, e Irida Dragoti, Ninetta. Il Coro del Teatro dell’Opera di Roma è diretto dal Maestro Roberto Gabbiani. In scena anche il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Eleonora Abbagnato. Con la partecipazione degli allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Laura Comi.
Dopo la “prima” di martedì 10 dicembre (alle ore 18), trasmessa in diretta da Rai Radio3 e ripresa da Rai5, su cui andrà in onda giovedì 5 marzo 2020, Les vêpres siciliennes di Verdi sarà replicata venerdì 13 (alle ore 19), domenica 15 (alle ore 16.30), martedì 17, (alle ore 19.00), giovedì 19 (alle ore 19.00) e domenica 22 (alle ore 16.30).