L’INTERVISTA – Alessandro Pagani: 500 chicche di riso

L'autore esplora attraverso giochi di parole fatti, personaggi e situazioni e descrive con velata amenità i più strani paradossi e le più inspiegabili assurdità, i controsensi non previsti e i comportamenti più grotteschi del nostro modo di vivere

Alessandro Pagani, nato a Firenze nel 1964, è scrittore e musicista. Durante gli anni ’80 ha fatto parte del movimento artistico underground fiorentino Pat Pat Recorder, mentre nel 1988 inizia un percorso come musicista con svariati gruppi tra i quali Stropharia Merdaria, Parce Qu’Il Est Triste, Hypersonics, (con cui ha partecipato ad Arezzo Wave), Subterraneans, Malastrana e successivamente con i Valvola, assieme ai quali fonda nel 1997 l’etichetta discografica Shado Records, attiva fino al 2007. Attualmente batterista del gruppo rock Stolen Apple che ha fatto uscire l’album di debutto “Trenches” e ne sta preparando un secondo, è anche volontario del Canile Del Termine di Sesto Fiorentino.

Alessandro Pagani
Alessandro Pagani

Esordisce come scrittore con il libretto autoprodotto “Le Domande Improponibili” nel 2015. L’anno successivo pubblica “Perché non cento?” per Alter Ego/Augh e nel 2018 “Io mi libro” con 96, Rue De La Fontaine. Per lo stesso editore è uscito nel 2019 l’esilarante “500 chicche di riso” con una bella prefazione di Cristiano Militello.

Alessandro, come nasce la tua passione per questo tipo di scrittura con l’uso di tante e diverse figure retoriche finalizzate alla battuta umoristica?

“Sono sempre stato un tipo gaudente, il tizio che alle feste risollevava il morale o che nei momenti difficili riusciva e tenta ancora di sdrammatizzare. In effetti scongiuro da sempre la tristezza e la malincon(o)ia, credo non esista espressione più bella, energica e potente del sorriso, con tutto ciò che ne consegue (positività, empatia, divertimento, libertà, amore, e così via”.

“Il resto è nato, sin dall’inizio della mia scrittura” – continua Pagani – “attraverso le congiunture che accadono ogni giorno, osservando i personaggi bizzarri incontrati nel cammino, analizzando gli eventi sui quali poter ironizzare ed esorcizzando, quando possibile, quelli più grevi. E soprattutto con l’aiuto delle parole, che ben si prestano alle causalità e ai fraintendimenti, per rendere una situazione banale qualcosa di fantastico, umoristico, unico”.

Alessandro Pagani in veste di batterista con gli Stolen Apple
Alessandro Pagani in veste di batterista con gli Stolen Apple

Tu sei anche un ottimo batterista, attualmente con gli Stolen Apple. Riesci a conciliare facilmente il mestiere dello scrittore e quello del musicista?

Per quanto riguarda la musica, non riesco a dividere le due cose, le passioni viaggiano in sintonia e non mi creano particolari problemi. Così come una sezione ritmica necessita di un tempo prestabilito, anche il tempo comico segue una prassi modulata, scandita, armonica, anche se il momento più interessante per me rimane il coraggio dell’improvvisazione, quando talento e alchimia si incontrano per creare nuovi territori”.