No, non è un thriller. Non ne ha né il ritmo né la struttura. Tutti lo sanno del regista Asghar Farhadi, film di apertura del festival di Cannes 2018, con Penélope Cruz e Javier Bardem, è un dramma a sfondo psicologico. Una storia che si dipana lentamente attorno a un segreto, a un “non detto” che crea trame inquietanti ed oscure.
Racconta la storia di Laura, interpretata da Penelope Cruz con grande intensità, che, dopo tanti anni torna nel paese natale con i suoi figli. Tutto è ambientato in un vigneto spagnolo alle porte di Madrid, che fa da sfondo al matrimonio della sorella. Ma la festa dura poco. Il passato ritorna, con la violenza di una verità che non può più essere taciuta. Anche perché, oramai, si scopre che “tutti lo sanno”…
Laura ha un marito che non ama e in Spagna rincontra un suo amico, una passione mai spenta. Tutto precipita quando viene rapita sua figlia e non c’è più tempo per le feste e i rimpianti. Bisogna giocare a carte scoperte.
Non ci si può che interrogare sull’egoismo di genitori che privano la figlia di una rivelazione importante e sui segreti che si nascondono dietro gli abbracci e la normalità quotidiana. Il film è lento, ma poi si anima mentre si svelano i segreti familiari, bombe inesplose che creano dolori e incomprensioni. Come se fosse intollerabile squarciare il velo dei rancori e di verità nascoste, che spingono per emergere e creano pensieri e rancori che si concretizzano in azioni criminali. C’é poi un tema di grande attualità, quello di attribuire ogni misfatto allo straniero, al diverso.
Non mancano momenti e scene memorabili, nello squallore nascosto tra baci e pranzi di famiglia. Tra tutte, l’atto di generosità di un uomo che si scopre padre e si gioca tutto quello che possiede per salvare la figlia.