E’ il balletto romantico per eccellenza, dal fascino intramontabile. Giselle, nato dalla fantasia di Théofile Gautier e Vernoy de Saint-George sulla musica di Adolphe Adam, è una storia d’amore, di tradimento e di redenzione. Lo si può ammirare tante volte ed avere voglia di rivederlo altrettante. Magia e sensualità allo stato puro, Giselle è tutto questo e molto di più. Vi è purezza di sentimento e una commistione tra la vita e la morte. E’ il banco di prova di tutte le étoile ed è il classico titolo del repertorio con cui i maggiori coreografi internazionali amano confrontarsi.
La storia è celebre. Narra di una giovane contadina, Giselle, che si innamora perdutamente di un principe e che cade in una mortale malinconia nel momento in cui si rende conto che l’uomo amato è promesso alla principessa Bathilde, figlia del Duca dio Curlandia e donna di rango superiore. Morta di dolore per l’infelice scoperta, Giselle entra nella schiera delle Villi, le anime delle fanciulle lasciate da un amante infedele prima delle nozze. Di notte, esse si vendicano attirando a sé i giovani per farli perdere nelle tenebre e farli danzare fino alla morte. L’amato Albrecht viene, però, perdonato e Giselle, mostrando compassione, riesce a salvarlo dalla danza mortale. E’ una grande e tormentata storia d’amore.
La Giselle, che torna in scena al Teatro dell’Opera di Roma fino al 24 settembre, è un appuntamento imperdibile per qualsiasi appassionato. E’ anche l’occasione per ammirare Rebecca Bianchi, appena nominata étoile del Teatro dell’Opera di Roma. Entrata a far parte del corpo di ballo romano nel 2009, Rebecca Bianchi, dopo essere stata nominata prima ballerina dopo la recita dello Schiacchianoci di Peparini del 2015, è unanimamente considerata una delle migliori interpreti italiane proprio della Giselle.
L’allestimento è quello consueto di Jean Coralli e Jules Perrot, ripreso coreograficamente, già nel 2000 per il Teatro alla Scala e nel 2015 per il Teatro dell’Opera di Roma, da Patricia Ruanne.
“Giselle è un balletto romantico – spiega Ruanne, che in passato è stata principal dancer e Maitre al fianco dell’indimenticato Rudolf Nureyev – che sa ancora parlare al pubblico di oggi: l’amore non corrisposto, il tradimento, il perdono, così come l’eterna fascinazione per le cose che accadono dopo la morte, sono tematiche universali. La modernità di questo classico sta dunque nell’umanità della storia narrata, nel suo spessore emozionale. Il movimento restituisce una narrazione logica, attraverso la quale è immediata la comprensione dei personaggi e delle relazioni che li legano. È un balletto in cui è possibile leggere più livelli della tragedia, che non è solo quella di Giselle e di Albrecht, ma di tutti i personaggi che gravitano intorno a loro.”
La versione di Ruanne si focalizza, quindi, sul concetto che il vero virtuosismo consiste nel rendere invisibile la tecnica e che la narrazione deve essere semplice come le vere emozioni per mantenere in vita l’essenza del balletto stesso. Nella sua Giselle ogni personaggio è dotato di profondità. Qui, le Villi sono creature implacabili, amorevoli e femminili allo stesso tempo, la cui danza esprime molteplici sfumature.
Per quanto attiene agli interpreti, il ruolo di Albrecht è impersonificato da Claudio Coviello, primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano, che si alterna con Claudio Cocino (replica del 22 settembre) e con Michele Satriano (replica del 23 settembre, ore 15). Giselle è, come dicevamo in precedenza, Rebecca Bianchi. Ci sarà, invece, la solista Susanna Salvi per le repliche del 22 settembre e del 23 settembre, ore 15.
La grazia della Bianchi è coinvolgente e suscita emozioni incredibili. Coviello, d’altro canto, la accompagna con passione e complicità. Il risultato è straordinario, con il pubblico in visibilio in numerosi momenti del balletto. Ottima prova anche di Manuel Parruccini nel ruolo di Hilarion e di Marianna Suriano in quello di Myrtha, la regina delle Villi. Degna di nota è, infine, l’interpretazione di Giuseppe Depalo nel ruolo di Wilfred, di Cristina Saso (Bathilde) e di Damiano Mongiello (Duca).
Per quanto riguarda il primo atto, segnaliamo la delicatezza e l’espressività, nel passo a due dei contadini, di Susanna Salvi e Alessio Rezza. Nel secondo atto, invece, è l’intero corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma a dare prova di eccellenza. Il ballo delle diciotto Villi, soprattutto, è incantevole e si contraddistingue per un’eleganza smisurata.
Tutto perfetto, senza alcuna sbavatura.
I bei costumi, ispirati alla tradizione, sono di Anna Anni.
Un plauso, infine, va alla conduzione del Maestro Nicolae Moldoveanu che guida l’Orchestra del Teatro dell’Opera con attenzione ed emozionante dedizione. Riesce, mirabilmente, ad accentuare i toni più romantici e dolci della partitura di Adam.
La bellezza della Giselle è tutto questo, danza raffinata e musicalità celestiale per una struggente storia d’amore.
L’articolo si riferisce alla rappresentazione del 22 settembre 2017.
Dal 20 al 24 settembre 2017 al Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento del Teatro dell’Opera di Roma
Musica di Adolphe Adam
Coreografia di Patricia Ruanne da Jean Coralli e Jules Perrot
Direttore Nicolae Moldoveanu
Scene e costumi di Anna Anni
Luci Mario De Amicis
Interpreti principali
Giselle
Rebecca Bianchi / Susanna Salvi (22 settembre, 23 settembre, ore 20.00)
Albrecht
Claudio Coviello / Claudio Cocino (22 settembre, 23 settembre, ore 20, 24 settembre) / Michele Satriano (23 settembre, ore 15.00)
Prima rappresentazione mercoledì 20 settembre, ore 20.00; repliche: giovedì 21 settembre, ore 20.00; venerdì 22 settembre, ore 20.00; sabato 23 settembre, ore 15.00; sabato 23 settembre, ore 20.00; domenica 24 settembre ore 16.30.