Con il film Tutto quello che vuoi (5 candidature ai Nastri d’Argento), il regista Francesco Bruni costruisce una storia intensa, che fa riflettere e divertire, con un finale sorprendente. Dopo una lunga esperienza come sceneggiatore, con Scialla! (Stai sereno) aveva mostrato la confusione della nuova generazione e messo a confronto padri e figli. Con questo nuovo film, Bruni costruisce relazioni, contatti, affetti tra giovani e anziani, entrambi sospesi in un limbo fatto di ricordi o difficile accesso alla realtà sociale e alle emozioni.
Una regia sapiente tesse una rete di sentimenti e incontri imprevedibili che inesorabilmente avvicinano il mondo confuso e rabbioso dell’adolescenza con la saggezza un pò svanita di un vecchio visionario.
Tutto quello che vuoi è l’incontro tenero e inaspettato tra due generazioni, in cui le scritte sui muri del vecchio poeta si inscrivono nell’alfabeto simbolico della street art. Il ragazzo e i suoi amici si avvicinano in punta di piedi al passato di un vecchio poeta che ha attraversato la Guerra e iniziato a scrivere poesie per una grande voglia di amore. Quanta poesia nel descrivere il dialogo tra mondi diversi e generazioni in genere cosi lontane da sfiorarsi appena!
È in questa allegra contaminazione il segreto di questo film. Alla fine qualcosa è cambiato: i ragazzi sono cresciuti, hanno intravisto un mondo diverso, fatto di libri, di sentimenti, di passioni, di ideali. Il grande vecchio, amico di Pertini, rivive l’avventura di un passato che ritorna, grazie all’ostinazione del giovane Lorenzo, che ne ritrova le tracce, a caccia di un vero sogno da realizzare. Ed è finalmente pronto a prendere in mano il suo futuro, con tutte le sue incertezze, i primi amori, i primi lavoretti, per capire dove e con chi vuole condividere la grande avventura della sua vita.