Questa sera, alle ore 19.30, debutta, al Teatro Costanzi l’opera di Umberto Giordano, su libretto di Luigi Illica, Andrea Chénier.
L’allestimento, prodotto insieme al Teatro La Fenice di Venezia, è firmato dal regista cinematografico Marco Bellocchio, alla sua terza regia d’opera e al debutto presso la Fondazione lirica capitolina.
Il titolo, molto popolare e amato dal pubblico, manca dal cartellone dell’Opera di Roma da ben 42 anni. Si tratta di un dramma, andato in scena per la prima volta alla Scala di Milano nel 1896, che narra la storia di un poeta francese nel periodo rivoluzionario.
“È per noi un motivo d’orgoglio – sottolinea il sovrintendente Carlo Fuortes nella conferenza stampa di presentazione – riproporre oggi, dopo così tanto tempo, il titolo con un cast di grande livello, con la direzione di Roberto Abbado, che è ormai un interprete di casa all’Opera di Roma, e con la regia di Marco Bellocchio. Avevo già apprezzato il suo amore per l’opera quando anni fa aveva messo in scena a Bari un allestimento di Pagliacci ed ero sicuro che quest’opera sarebbe stata nelle sue corde. Voglio anche sottolineare che molti nostri allestimenti sono richiesti all’estero (La traviata è stata a Valencia e poi andrà a Buenos Aires, Tosca in Giappone, Il barbiere di Siviglia, nell’allestimento di quest’estate a Caracalla, andrà tra poco ad Hong Kong) un segno anche questo della qualità delle nostre produzioni.”.
Come anticipato dal Sovrintendente, la direzione è affidata al Maestro Roberto Abbado, già apprezzato in occasione del Cellini di Berlioz andato in scena lo scorso anno. Per sola recita del 2 maggio, il direttore sarà Pietro Rizzo.
“Una cosa che mi ha sempre colpito dell’Andrea Chénier – spiega il Maestro – è il suo taglio cinematografico: non è un caso che, solo nove mesi dopo la prima esecuzione del 1896, sia stato proiettato per la prima volta un film in pubblico. La costruzione drammaturgica di Illica e di Giordano ha molto di quella che sarebbe stata di lì a poco la tecnica cinematografica, così come il compositore ha molto influenzato la musica da film degli anni Quaranta e Cinquanta. Quella scritta da Giordano è un’opera molto varia, in cui è presente il lirismo ma anche una passione che definirei spudorata o addirittura viscerale. Questo perché l’autore non ha ritegno a manifestare i propri sentimenti in maniera immediata, che a tratti può anche avere un effetto molto forte perché è come tagliare in un punto sensibile, molto vicino ai nervi.”.
Alla sua terza regia d’opera, Marco Bellocchio sarà il vero “protagonista” dello Chénier che andrà in scena, oltre alla prima per cinque repliche fino al 2 maggio. L’ambientazione, come piace tanto al pubblico romano, sarà classica e all’insegna dello stile francese settecentesco.
“Ho accettato questa regia – dichiara il regista – non tanto perché mi piacciono le sfide, ma perché mi piacciono le cose nuove. Amo affrontare quelle in cui sono impreparato, perché mi piace scoprire. È chiaro che la regia d’opera è un lavoro nel quale sono cosciente di dare qualcosa, di dare la mia sensibilità, che è prima di tutto cinematografica, cercando di applicare questa mia esperienza ad un contesto, a un linguaggio che è totalmente diverso. Tante volte ti viene in mente una idea, ma sai che su un palcoscenico non puoi realizzarla. Però è come se allora la musica, il canto, il libretto mi aiutassero – per me è uno sforzo continuo – a combinare le immagini che mi vengono in mente, rispettando sempre i principi dell’opera.”.
Il cast che racconterà lo Chénier, come ormai è sovente al Costanzi, è internazionale. Gregory Kunde interpreta il giovane poeta rivoluzionario Andrea Chénier; Maria José Siri la sua amata, Maddalena. Gli altri protagonisti saranni Natascha Petrinsky (la mulatta Bersi), Anna Malavasi (Contessa di Coigny), Elena Zilio (Madelon), Roberto Frontali (Carlo Gérard), Duccio Dal Monte (Roucher), Graziano Dallavalle (il romanziero Pietro Fléville e Fouquier Tinville), Gevorg Hakobyan (il sanculotto Mathieu), Luca Casalin (un “Incredibile”) e Andrea Giovannini (l’Abate). Inoltre, dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Timofei Baranov (maestro di casa, Dumas e Schmidt). Maestro del Coro Roberto Gabbiani.
Dopo la “prima” di venerdì 21 aprile (ore 19.30), Andrea Chénier verrà replicato domenica 23 aprile (ore 16.30), mercoledì 26 aprile (19.30), venerdì 28 aprile (ore 19.30), domenica 30 aprile (16.30) e martedì 2 maggio (ore 19.30).
Per informazioni: operaroma.it