L’adozione come non l’hanno mai raccontata. Con luci ed ombre, emozioni forti che sconquassano l’anima. Lion – la strada verso casa di Garth Davis, attraversa tutte le sfumature e i sentimenti di un uomo che va alla ricerca del suo passato.
Un bel film che ricorda lo stile narrativo della regista indiana Deepa Metha. Coinvolge lo spettatore, anche grazie a una fotografia magistrale e ad interpreti eccezionali come Nicole Kidman nei panni della madre adottiva e soprattutto Dev Patel che da corpo e anima ai dubbi, alla nostalgia, al grande amore che provano tutte le persone che attraversano un esperienza di adozione.
Giusto per capire che di madre non ce n’è sempre una sola e che un filo amoroso congiunge madre naturale e madre adottiva. Una rete complessa di affetti, di ambivalenza e sentimenti contrastanti che fanno parte, a pieno titolo, della nostra vita affettiva.
“Non avete adottato solo noi, ma anche il nostro passato. Non siamo pagine vuote”. Cosi dice Sarooh Brierley ai suoi genitori adottivi, prima di intraprendere la lunga ricerca delle sue origini, arrivando nel piccolo paese indiano dove si era perso all’età di quattro anni, aspettando suo fratello Guddu, e finendo poi molto lontano, in Australia. Fondamentale il ruolo di Google Earth, che aiuterà Saroo a ritrovare il suo paese e la sua famiglia di origine, dopo un lungo vagabondaggio insieme a bambini abbandonati e un periodo in orfanotrofio.
Si tratta di una storia vera: alla fine vediamo sullo schermo i protagonisti di questa vicenda inquieta, di amore materno e filiale.