TEATRO DELL’OPERA DI ROMA – Si apre la stagione del balletto con lo Schiaccianoci firmato Peparini

La ripresa dello Schiaccianoci segue il grande successo del Tristan und Isolde.

Lo Schiaccianoci di Čajkovskij è il classico balletto natalizio. Non c’è stagione nei migliori teatri d’opera italiana che non vede in cartellone il capolavoro del compositore russo, un vero e proprio banco di prova per qualsiasi ballerino e ballerina. Roma, come prevedibile, non fa eccezioni. Come già accaduto lo scorso anno, il balletto inaugura, per quanto riguarda la danza, la stagione 2016/2017 del Teatro dell’Opera di Roma.

Quest’anno, dopo la rappresentazione del 2014 con le scene e i costumi di Emanuele Luzzati, il pubblico ha la possibilità di riammirare il balletto nel nuovo allestimento curato da Giuliano Peparini, regista e  coreografo tra i più eclettici della scena internazionale e, soprattutto, assistente dell’indimenticato Roland Petit.

Lontano anni luce dalle atmosfere incantate e rarefatte di Petipa, oscillanti tra fiaba e onirismo, Lo Schiaccianoci di Peparini porta in dote una insperata ventata di freschezza per una versione pensata e realizzata soprattutto per fare colpo sugli adolescenti. Il tradizionale pubblico del Teatro dell’Opera, contrariamente a quanto potesse essere prevedibile, non ha storto il naso dinanzi ad una esecuzione così diversa dal solito, tanti erano gli applausi al calare del sipario.

Oltre che di nuovo allestimento si può, difatti, parlare di una vera e propria reinterpretazione del balletto. Peparini ha riletto l’opera di Čajkovskij con la massima libertà, utilizzando le videoproiezioni con il chiaro intento di amplificare l’ambientazione del balletto, alterando la tradizionale sequenza melodica, indagando a fondo la psicologia di personaggi anche secondari e, infine, inserendo inediti soggetti.

Il modello a cui si è ispirato Peparini non è, quindi, la versione di Petipa ma bensì il racconto originale di Alexander Dumas. Qui, il principe sognato da Marie non è Schiaccianoci ma il nipote del padrino Drosselmeyer.

I costumi di Frédéric Olivier sono eleganti e raffinati. Sapiente è l’uso delle luci, soprattutto a led, curato da Jean-Michel Désiré. Di impatto è, poi, l’originale video grafica usata da Gilles Papain: lo skyline di Parigi fa da sfondo, fin dai primi minuti, al balletto. La Tour Eiffel illuminata domina la scena. Non sfugge, nell’ambientazione, un lontano riferimento ai fatti di terrorismo avvenuti nell’anno appena trascorso nella capitale francese. Negli attimi finali del balletto compare, in cima al simbolo della città, una bandiera nera con scritto Je suis Paris. La scenografia, con un maestoso albero di Natale bianco addobbato e illuminato, è ideata da Lucia D’Angelo e Cristina Querzola.

Molto particolari sono le rivisitazioni scelte dal regista nel corso della rappresentazione. La danza araba è un passo a tre con le donne velate con una sorta di burqa. Nella danza spagnola le ballerine sono vestite da toreri mentre gli uomini indossano la mantilla. Spettacolare, con evidenti reminiscenze televisive, è il Valzer dei Fiori con la ballerine trasformate in bouquet e con i ballerini vestiti prima da giardinieri e poi da insoliti cuochi che, indossando guanti da boxe, portano tanti carrelli con i dolci. Il pezzo forte dello Schiaccianoci, si sa, rimane il celeberrimo Passo a due finale. Qui Peparini ritorna ad un classico che più classico non si può, con grande apprezzamento del pubblico. La bravura dei migliori elementi del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera fa il resto.

Da non dimenticare è l’ottima direzione di David Coleman, apparso sin dalle prime battute in sintonia con l’intera orchestra.

L’articolo si riferisce alla rappresentazione del 24 dicembre 2016.

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione 2016/2017

Dal 18 al 24 dicembre 2016

Lo Schiaccianoci – Musica di Čajkovskij