Claudio Pulicati vive intensamente. Non tutti lo fanno. La sua attenzione per ogni singolo momento lo porta a provare emozioni e sensazioni che poi sedimentano in ricordi indelebili fermando lo scorrere del tempo in un eterno presente. Non a caso, dunque, nel suo nuovo libro DOVE ERAVAMO RIMASTI, Albatros 2016, Claudio parte da una bella citazione di Umberto Eco: “la memoria è nell’anima”. E così procede a interrogare la propria.
Quel che il lettore più attento ha già colto e apprezzato nel suo primo libro, SÌ… COME È DIVERSA, OGGI, LA VITA, lo ritrova anche nella prosa scorrevole e avvincente della sua seconda opera, che lo stesso autore considera un completamento e non un seguito alla precedente. Il titolo del nuovo libro è anche un omaggio al grande Enzo Tortora, che apriva ogni puntata del suo programma con la stessa fatidica frase. Pulicati nelle quasi duecento pagine di DOVE ERAVAMO RIMASTI ne racconta di fatti: dall’attentato alla famiglia Mattei nell’atroce rogo di Primavalle – che suo malgrado si è trovato a vivere in prima persona – all’incontro con un ancora sconosciuto Pino Daniele che si avvicina per improvvisare con la sua chitarra mentre Claudio stava suonando la celebre Guarda che luna di Fred Buscaglione.
Perché Pulicati, ne aveva accennato già nel suo primo libro, è anche uomo di molteplici talenti e con una spiccata vena artistica: il suo gruppo musicale, anzi complesso come si chiamava a quei tempi – i C.A.R.S. – facevano serate di musica con performance di alto livello e ricorre spesso negli aneddoti e nei suoi racconti lo sconfinato amore per i Beatles ma soprattutto, e Claudio gli dedica un capitolo, per Lucio Battisti, “il migliore di sempre”. La sua passione musicale non si ferma ai racconti: Claudio stila anche la propria TOP 100 dei suoi long playing preferiti, la personale Compilation 70, un capitolo dedicato a Joe Cocker. Infine racconta – facendo trasparire ancora la delusione per quel momento doloroso in cui si sentì tradito dal suo migliore amico – lo scioglimento della sua band musicale.
Sullo sfondo la Città Eterna, Roma. Con il suo romanesco verace, mai “coatto”, di cui Claudio come ogni vero romano è innamorato. Non possono mancare all’appello, allora, le poesie di Trilussa, le Osterie, il ricordo del primo scudetto della Lazio, un divertente capitolo dedicato a spigolature e pillole di vita, e soprattutto la consistente parte finale del volume dedicata alla cucina romana con la descrizione delle tante ottime ricette delle nonne e della mamma.
Il tutto vissuto in prima persona da Claudio, un ragazzo di buona famiglia cresciuto con sani principi e con l’amore di mamma e papà. Cresciuto anche con quelle consuetudini che erano alle radici della vita familiare di un tempo e che lo hanno reso capace di apprezzare la vita con intenso trasporto unito a una razionalità acuta e cristallina. Ne viene fuori un Almanacco personale, ma anche universale. Perché le storie vissute da Claudio sono anche le storie vissute da tanti altri ragazzi dell’epoca, raccontate con semplicità e tanto amore per la vita. Così leggendo e rileggendo il libro di Pulicati, spesso il lettore potrebbe credere di stare sfogliando il proprio diario.
Claudio Pulicati
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Albatros
Pagine 192
€ 14.50