Francesco è un pasionario della Fede, innamorato della sua utopia spirituale. Vive in simbiosi con la Natura e con i poveri e non accetta i compromessi richiesti dalla Chiesa per approvare la sua regola.
Così ce lo racconta il film “Il sogno di Francesco” di Renaud Fely e Artaud Louvet, che esplorano la grande umanità e complessità di questo Santo. Cambiano però direzione rispetto ai film proposti da altri registi, come Rossellini, Cavani, Zeffirelli, Curtiz e Comencini. Si concentrano sul rapporto profondo e ambivalente tra il Santo ed Elia da Cortona, nel travagliato passaggio da un movimento a un vero e proprio ordine monastico.
Francesco è totalmente preso dal bisogno di servire i piu poveri e di vincolare chi lo segue all’ obbedienza assoluta al messaggio evangelico. Elia è un suo alter ego, che si assume il peso di una mediazione con Papa Innocenzo III: un compromesso essenziale per uscire da posizioni inconciliabili.
I due registi lasciano grande spazio espressivo al personaggio di Francesco, interpretato con sensibilità da Elio Germano. Rendono bene anche il tormento e i sensi di colpa che vive Elia. Questa nuova narrazione esplora tutte le sfumature di questi due uomini e di un affetto profondo che li unisce e li divide. Tutto il resto: i rapporti tra i frati, l’ incontro con i poveri e con Chiara, (Alba Rotwacher, “vergine giurata” forever) rimane sullo sfondo, come la splendida natura dell’Umbria che avvolge tutta la narrazione, in perfetta armonia con la gioia del Creato.
Il film si costruisce intorno ai dubbi di Elia, (Jérémie Renier), che vuole riportare Francesco con i piedi per terra, al di là dell’assolutismo mistico che lo pervade: gioca con gli uccelli e con i bambini, segue il volere e le parole di Dio, ma non sa accettare vincoli nè limiti. Questo é, invece, il compito di Elia che, più che tradire Francesco, sembra volerlo aiutare a realizzare il suo sogno, incarnandolo nella Società del suo tempo.
Tanto Francesco è trascendente, leggero, anche nel sopportare il dolore e la malattia, tanto Elia è tormentato da dubbi e sensi di colpa, ma non perde mai il contatto con la sua fragilità. Vede intorno a sé uomini che conoscono il peccato e cercano di controllare spinte “eversive”, come quell’ accoglienza verso i più poveri che tanto fa discutere anche ai giorni nostri.
“Il sogno di Francesco” ci lascia sospesi tra Cielo e Terra, tra debolezza e voglia di Infinito, tra la terra da coltivare per i poveri e un Potere che si fa sempre piu ingordo e lontano dalle miserie umane.