E’ il balletto romantico per eccellenza. Giselle, nato dalla fantasia di Théofile Gautier e Vernoy de Saint-George sulla musica di Adolphe Adam, è una storia d’amore, di tradimento e di redenzione. Lo si può ammirare tante volte ed avere voglia di rivederlo altrettante. Magia e sensualità allo stato puro, Giselle è tutto questo e molto di più. Vi è purezza di sentimento e una commistione tra la vita e la morte.

La storia è celebre. Narra di una giovane contadina, Giselle, che si innamora perdutamente di un principe e che cade in una mortale malinconia nel momento in cui si rende conto che l’uomo amato è promesso ad un’altra di rango superiore. Morta di dolore, Giselle entra nella schiera delle Willi, le anime delle fanciulle lasciate da un amante infedele prima delle nozze. Di notte, esse si vendicano attirando a sé i giovani per farli perdere nelle tenebre e farli danzare fino allo sfinimento. L’amato Albrecht viene, però, perdonato e Giselle, mostrando compassione e smisurato amore, riesce a salvarlo dalla danza mortale. E’ una grande e tormentata storia d’amore.
Per Yvette Chauviré, indimenticata étoile francese, “Giselle è un grande classico del repertorio. E’ un’opera che ha sempre esercitato una vera fascinazione sulle ballerine ancora in formazione come sulle étoile già in carica. Vivere la rivelazione di un amore puro e il dramma di un tradimento nel primo Atto, e subito dopo apparire, nel secondo, trasformata in Willi anima fluttuante, non è certo facile. Si deve percorrere un lungo cammino. Giselle è stata per me l’oggetto di un’incessante ricerca verso l’ideale, verso la perfezione di un eterno infinito”. Per Carla Fracci “il pubblico ama Giselle per il desiderio che tutti abbiamo di partecipare a una saga d’amore con il suo inganno, la sua cattiveria e la sua redenzione. Più un sentimento è puro, più è riconoscibile e più è facile abbandonarvisi, perdervisi, fino a identificarsi nella leggerezza di una ballerina”.

La Giselle in scena al Teatro alla Scala di Milano fino al 28 ottobre è un appuntamento imperdibile per qualsiasi appassionato. L’allestimento è quello consueto di Jean Coralli e Jules Perrot, ripreso coreograficamente da Yvette Chauviré. I costumi, semplicemente stupendi, sono di Aleksandr Benois ma rielaborati da Angelo Sala e Cinzia Rosselli.
Dopo le prime tre rappresentazioni del 4, del 12 e del 14 ottobre con le étoiles Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, il balletto vede l’avvicendarsi di altri cast. Nello spettacolo del 18 ottobre Giselle cui abbiamo assistito Giselle è interpretata ottimamente dalla ballerina solista Vittoria Valerio, mentre il ruolo del Principe Albrecht è del primo ballerino Antonino Sutera.

La grazia della Valerio è coinvolgente e suscita emozioni incredibili. Sutera, d’altro canto, la accompagna con passione e complicità. Il risultato è straordinario, con il pubblico in visibilio in numerosi momenti del balletto. Ottima prova anche di Christian Fagetti nel ruolo di Hilarion e di Virna Toppi in quello di Myrtha, la regina delle Willi. Delicatezza ed espressività, invece, per il passo a due dei contadini impersonificati da Alessandra Vassallo e Nicola Del Freo.
Il corpo di ballo, soprattutto nel secondo atto, ha dato prova di eccellenza, con incantevole grazia ed eleganza smisurata. Tutto perfetto, senza alcuna evidente sbavatura. L’alto livello raggiunto dalla Scala trova sempre più una conferma.
Un plauso, infine, va alla conduzione del Maestro Patrick Fournillier che guida l’Orchestra del Teatro alla Scala con attenzione ed emozionante dedizione. Riesce, in modo mirabile, ad accentuare i toni più romantici e dolci della partitura di Adam.
La bellezza della Giselle è tutto questo, danza raffinata e musicalità celestiale per una struggente storia d’amore.
L’articolo si riferisce alla rappresentazione del 18 ottobre 2016.
Dal 4 al 28 Ottobre 2016 al Teatro alla Scala di Milano
Durata spettacolo: 2 ore e 5 minuti incluso intervallo
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Produzione Teatro alla Scala
Musica di Adolphe Adam
Coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot
Ripresa coreografica di Yvette Chauviré
Direttore Patrick Fournillier
Scene e costumi di Aleksandr Benois rielaborati da Angelo Sala e Cinzia Rosselli