Il pubblico romano, e in particolare quello della IUC, lo aspettava da almeno due anni. Il concerto dello scorso anno non andò, infatti, in scena solo per un forfait dell’ultimo minuto. Ciononostante, l’attesa e la trepidazione di poter ascoltare dal vivo uno dei migliori talenti dell’attuale generazione di pianisti è rimasta immutata. Il calore e l’entusiasmo respirati sabato pomeriggio all’interno di un’Aula Magna gremita in ogni ordine di posto resterà sicuramente nella memoria di tanti. Non parliamo di una meteora o di un fenomeno momentaneo ma di uno di quegli artisti che lascerà, ne siamo certi, un’impronta duratura nel panorama della musica internazionale. Yundi Li non è di certo destinato all’irrilevanza. L’abilità nel suonare il pianoforte, abbinata ad uno stile asciutto ed inconfondibile, rende il pianista cinese straordinario. Vincitore, nel 2000, del Concorso Chopin di Varsavia, Yundi ha già al suo attivo numerose collaborazioni con i migliori direttori e le più prestigiose orchestre del mondo. Le due incisioni della Deutsche Grammophon realizzate con i Berliner Philarmoniker, contenenti il Concerto Imperatore di Beethoven e il Concerto n. 2 di Ravel, hanno riscontrato grande successo. La IUC non può, quindi, che inorgoglirsi per aver avuto la possibilità di ospitare, per la prima volta a Roma, un artista di tale calibro.
Il programma di sabato 12 marzo prevedeva l’esecuzione dei Notturni in si bemolle minore op. 9 n. 1 e in do minore op. 48 n. 1 di Chopin, la Fantasia in do maggiore op. 48 n. 1 di Schumann, e, infine, le Sonate “Appassionata” e “Al chiaro di luna” di Beethoven. Tutto stravolto a pochi minuti dall’inizio. Il programma viene, quindi, sostituito con un’esecuzione monografica di Chopin che vede quattro Ballate (le numero 1, 2, 3 e 4) affiancate ai celeberrimi 24 Preludi op. 28.
Lo stravolgimento del programma, che ha fatto storcere la bocca a qualcheduno, non poteva essere, però, più piacevole. Il giudizio su un pianista che ha vinto il Concorso intitolato a Chopin non può, difatti, che basarsi proprio sull’esecuzione delle più grandi creazioni del compositore polacco. Ebbene, il risultato è stato straordinario.
Lo Chopin di Yundi Li si è rivelato struggente ed emozionante. Il romanticismo sprigionato dal tocco delicato dell’artista cinese ha lasciato il pubblico a bocca aperta. Si vede chiaramente quanto Yundi ami il compositore già dalle prime note della Ballata n. 1. La sicurezza e la padronanza dello strumento sono assolute. L’impeto e la delicatezza dei gesti fanno il resto. Ma Yundi Li raggiunge la vetta del virtuosismo poco dopo, nella seconda parte del concerto, con l’esecuzione dei 24 frammenti op. 28. Qui, la poesia prende il sopravvento. L’immediatezza e la brevità delle soluzioni armoniche chopiniane penetrano nel cuore dell’ascoltatore che rimane, per così dire, rapito da una profonda estasi poetica. Possiamo fare nostre le parole di André Gide che, nel 1931, scrisse sulla Rivista Musicale: “Ognuno dei frammenti prelude alla meditazione. Essi non sono affatto composizioni da concerto. In nessuna altra opera Chopin crea un’atmosfera particolare, crea uno sfondo sentimentale e quindi si spegne, tace. Non tutti hanno uguale valore. Alcuni sono pieni di grazia e di incanto, altri spaventosi, ma nemmeno uno di essi suscita indifferenza”. Chopin, quando magistralmente interpretato, è tutto questo e molto di più.
Sabato 12 marzo 2016
Yundi Li – pianoforte