Al peggio non c’è mai fine. Chiamati a vincere per mettere alle spalle la crisi che va avanti da più di due mesi e per tacere le voci su dissidi nello spogliatoio e con l’allenatore, i biancocelesti non vanno oltre l’1-1 in casa contro una modesta Sampdoria. Non si può parlare di sfortuna ma di mera incapacità di portare a casa il risultato che conta: la vittoria che in campionato manca ormai da più di 50 giorni. La squadra messa in campo da Pioli è letteralmente irriconoscibile, una lontana parente di quella che aveva ammaliato la tifoseria e l’Italia calcistica nella scorsa stagione. L’ottimo cammino in Europa League non deve trarre in inganno, considerato il valore delle avversarie. Nonostante i buoni risultati e il primo posto conquistato nel girone, i biancocelesti arrancano a livello caratteriale. A ogni risultato negativo arrivano le solite lacrime di sconforto al termine dei 90’ di gioco, indice della situazione di collasso nervoso degli interpreti più rappresentativi: contro la Sampdoria, come già contro la Juventus, è la volta del capitano Biglia a cui si è aggiunto il brasiliano Felipe Anderson. Proprio coloro che devono prendere per mano la squadra e portarla fuori dalla palude tradiscono emotività e debolezza caratteriale. In casi del genere, l’unico a pagare per tutti è sempre l’allenatore. Ma l’esonero di Pioli non porterebbe probabilmente all’inversione di rotta desiderata. C’è necessità di un reset generale da parte della squadra e della società. La disaffezione mostrata dalla tifoseria nelle ultime uscite non può altrimenti che aumentare a dismisura. Udinese in coppa Italia e Inter in campionato: l’anno solare non può e non deve concludersi con altri due risultati negativi. La palude può risucchiare ancora di più la Lazio nei bassifondi.
LE FORMAZIONI – Il modulo scelto da Pioli questa volta è il 4-3-1-2. In porta troviamo Marchetti. La linea di difesa, orfana dello squalificato Mauricio, è composta da Hoedt e Gentiletti centrali, con Radu e Konko sulle fasce. A centrocampo, Biglia è affiancato da Cataldi e Parolo. Candreva è il trequartista alle spalle dell’insolita coppia Klose-Djordjevic. Montella, alla ricerca di un risultato positivo, vittoria o pareggio che sia, risponde con un 4-3-3 accorto. Il centrocampo si regge sulle gambe di Fernando, di Barretto e dell’ottimo Soriano. Cassano forma, insieme a Carbonero e Christodoulopoulos, il tridente offensivo.
PRIMO TEMPO – L’unico appunto degno di nota dei primi quarantacinque minuti è l’atmosfera dell’Olimpico. Il clima, da tipica serata di dicembre, è rigido e gli spettatori si contano sul palmo di una mano. I pochi presenti sembrano chiedersi dove abbiano trovato la voglia di venire ad infreddolirsi allo stadio e farsi perquisire con i metal detector, visto lo spettacolo offerto dalle squadre in campo. La Lazio è bloccata: Biglia e Cataldi non girano. Parolo e Candreva sembrano disorientati e poco in giornata. Il dilemma assale l’Olimpico: “come può un centravanti come Djordjevic essere messo all’esterno del tridente offensivo?” Con tanti dubbi e poche azioni, le squadre rientrano negli spogliatoi confuse e, per certi versi, frastornate.
SECONDO TEMPO – Il secondo tempo, eccezion fatta per la giusta sostituzione di Cataldi con Felipe Anderson, inizia esattamente sulla scia del primo. Lazio e Sampdoria mettono in scena uno spettacolo inguardabile. Non ci sono azioni di rilievo. Ciascun giocatore – Candreva ne è un chiaro esempio – sembra voler fare da solo. Tiri alla rinfusa e inutile possesso palla sono le caratteristiche della seconda frazione di gioco. Al 66’ Pioli richiama in panchina Klose. Al suo posto entra Matri. Dieci minuti dopo è proprio lui a mettere in rete di testa un invitante assist di Radu che ha ricevuto da Felipe Anderson un pallone salvato prima che uscisse sulla linea di fondo. È il gol dell’insperato 1-0. Data la crisi che la attanaglia da mesi e la possibilità di uscirne momentaneamente con una vittoria, la Lazio dovrebbe cercare di difendere il risultato. Così non è. I giocatori di Montella escono fuori dalla propria area e si spingono a più riprese, negli ultimi dieci minuti, nella metà campo biancoceleste. All’ultimo dei tre minuti di recupero, Konko sciupa una palla a centrocampo e fa involare Muriel verso la porta biancoceleste. Sull’attaccante si avventura fuori area Berisha – subentrato a Marchetti che si è infortunato esultando per il gol di Matri (!) – rimediando il giallo. Sulla punizione seguente è Zukanovic a insaccare con la decisiva deviazione nella propria porta da parte di Felipe Anderson. Un pareggio beffa al 93’ che fa indiavolare i pochi tifosi presenti.
IL TABELLINO
Lazio-Sampdoria 1-1
Marcatori: 78′ Matri (L), 93′ Zukanovic (S)
LAZIO (4-3-1-2): Marchetti (82′ Berisha); Konko, Hoedt, Gentiletti, Radu; Cataldi (46′ Felipe Anderson), Biglia, Parolo; Candreva; Djordjevic, Klose (66′ Matri).
A disp. Guerrieri, Braafheid, Prce, Patric, Onazi, Oikonomidis, Morrison, Milinkovic, Mauri.
All. Stefano Pioli
SAMPDORIA (4-3-3): Viviano; De Silvestri, Moisander, Zukanovic, Regini; Fernando, Barreto (66′ Ivan), Soriano; Carbonero, Cassano (70′ Muriel), Christodoulopoulos (84′ Bonazzoli).
A disp. Puggioni, Cassani, Coda, Rodriguez, Correa, Pereira, Palombo, Rocca.
All. Vincenzo Montella
ARBITRO: Calvarese (sez. Teramo). ASS.: La Rocca – Posado. IV: Carbone. ADD.: Irrati – Candussio.
NOTE. Ammoniti: 24′ Zukanovic (S), 30′ Gentiletti (L), 61′ Soriano (S), 67′ Cassano (S), 76′ Carbonero (S), 92′ Berisha (L)
Recupero: 4′ st