ALBUM – Keith Emerson: At The Movies

La versione rimasterizzata Esoteric del triplo CD di colonne sonore composte e interpretate dal grande tastierista britannico

Keith Emerson
At The Movies
Esoteric Recordings/Cherry Red

All’indomani dello scioglimento degli Emerson, Lake and Palmer alla fine dei Settanta, Emerson si cimenta con le colonne sonore. Rompe il ghiaccio nel mondo dell’immagine in movimento nel 1980 con le musiche per Inferno di Dario Argento, che diventerà un vero e proprio cult. L’anno successivo gli viene commissionata la colonna sonora di Nighthawks (I Falchi della Notte, con Sylvester Stallone). Da lì in poi a Keith vengono affidate diverse soundtrack per film italiani, giapponesi e americani.

Un rapporto curioso quello di Emerson con il grande schermo: lui stesso definisce tracce come “Tank” o “The Three Fates” degli ELP vere e proprie colonne sonore di film mai realizzati. Per Keith alcune occasioni sfumano sul nascere: come le musiche per Chariots Of Fire di Puttnam (per impegni coincidenti), poi quelle di The Elephant Man (che vengono rifiutate dalla produzione del film di Lynch e affidate al più tradizionalista John Morris). Arriva così Inferno, che rimane a tutt’oggi la sua migliore composizione per il cinema.

La bella confezione con i tre cd rimasterizzati dalla Esoteric di Mark Powell, oltre a racchiudere l’intera discografia di Emerson per il cinema, contiene anche un bel booklet con fotografie e una lunga e inedita intervista al grande tastierista inglese che rievoca i momenti salienti del suo rapporto con il cinema.

Volume 1 (US Movies) – Presenta due intere soundtrack per film americani. Nighthawks (1981) fa capire come Emerson sia riuscito nell’impresa di coniugare il grande schermo con la musica elettronica e i sintetizzatori, laddove anche maestri come Jerry Goldsmith e altri che in quegli anni stavano sperimentando nel campo avevano fallito miseramente. Emerson riesce invece nell’impresa con ammirevole equilibrio, a partire dal tema principale (curiosamente reminiscente di “Fanfare For The Common Man” degli ELP). “I’m a Man” e “Nighthawking” hanno deliziosi spunti vocali della tarda era disco. La seconda metà del CD è per il film di John Trent Bad Revenge, un film oscuro che non ha lasciato traccia negli annali del cinema nonostante un cast di tutto riguardo. Qui la musica ha un sapore molto più europeo e prog-rock.

Volume 2 (Italian Movies) – È riservato a due intere colonne sonore e un EP, La Chiesa, interamente di produzione italiana. Si apre con la superba “Inferno”: bellissimo il tema, e vari gli spunti compositivi, contiene anche splendidi esempi di virtuosismo pianistico (“Taxi Ride”) che dimostrano, qualora fosse necessario, la grande preparazione di matrice classica di Emerson. Divertente “Inferno Extras” con le session di prova a base di piano, basso, tastiere e orchestra e le parti finali di curiosi effetti elettronici. Le diverse intuizioni tastieristiche di derivazione sacra verranno riprese alcuni anni dopo per la colonna sonora di La Chiesa (The Church) film di Michele Soavi. “La Chiesa” è molto dark, gotica, quindici minuti contenenti anche l’arrangiamento di Emerson del “Preludio 24” di J.S. Bach. È poi la volta di Murderock (Uccide a passo di danza) film di Lucio Fulci del 1986, forse la colonna sonora più mainstream, più rassicurante e meno originale.

Volume 3 (Japanese Movies) – È dedicato ai film giapponesi: la colonna sonora di Harmagedon: The Great Battle with Genma, un cartone anime di fantascienza del 1983, altro film raramente visto, musica piuttosto leggera a base di riff d’organo. Quindi le musiche per Godzilla Final Wars di Ryûhei Kitamura’s, film del 2004. Mentre gli altri lavori sono racchiusi nell’arco degli Ottanta, qui c’è un notevole salto temporale. E si sente per le suggestioni maggiormente upbeat, per la strumentazione tecnologicamente più avanzata, per le contaminazioni trance (“EDF Museum”), dance (“EDF Headquarters fight”), più rock elettronico mescolato a elementi orchestrali. Una miscela curiosa per Emerson e per la musica stessa che raramente fa pensare a Godzilla, ma è pur vero che Keith aveva a disposizione soltanto due settimane per comporla e che solo una piccola percentuale delle sue composizioni è finita nel final cut del film.